mercoledì 25 febbraio 2009
Si discute la proposta di Rutelli su idratazione e alimentazione. Finocchiaro: nel Pd c’è libertà. Gasparri: dopo i pronunciamenti dei giudici, è impossibile nascondersi sotto la sabbia.
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Marcia a tappe forzate in commissione Sanità del Senato per il ddl del relatore Raffaele Calabrò sul fine vita. Ieri è stato approvato un nuovo e più fitto calendario dei lavori, anche se non si potranno votare gli emendamenti prima di martedì 3, perché la commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha rinviato a quella giornata il suo parere (non vincolante) sul testo base. Dopo le tre riunioni di ieri, compresa una notturna dalle 21 alle 24, in commissione Sanità oggi non si vota: va avanti l’illustrazione degli emendamenti (con 2 sedute) che proseguirà domani (tre sedute tra cui una notturna), e sabato. È stata già inserita nel calendario della prossima settimana la riunione pomeridiana di lunedì 2 marzo dalle 20 alle 24. E resta fissato per giovedì 5 l’incardinamento in aula del ddl. La maggioranza, per bocca del presidente della commissione Antonio Tomassini, dopo la seduta pomeridiana di ieri ha accusato i commissari del Pd di ritardare i tempi: «Stanno facendo ostruzionismo, ma noi risponderemo». «Nessuna volontà e attività ostruzionistica – ha replicato il capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro –. Sentiamo solo la necessità, il bisogno, il dovere e il diritto di discutere un testo che riguarda una materia così impegnativa». Ma già al temine della prima seduta della mattinata Tomassini aveva lamentato che da parte del Pd «alle intenzioni non sono corrisposti i fatti». Perciò intendeva intensificare «il ritmo delle sedute della commissione con ulteriori convocazioni in settimana, per cercare di concludere l’esame del testo prima del richiamo in aula, previsto per giovedì prossimo». Intanto ieri la commissione Giustizia ha espresso un parere favorevole ma con alcune osservazioni al provvedimento. Il parere non è vincolante. In serata c’è stata una riunione dei senatori del Pdl per preparare l’arrivo in aula del ddl, alla quale erano presenti i il ministro Maurizio Sacconi e i sottosegretari Eugenia Roccella e Gianni Letta. Quest’ultimo ha espresso «piena condivisione» per la linea sostenuta dal presidente e vicepresidente del gruppo, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, «apprezzamento e gratitudine» per l’impegno profuso dai senatori, definendo «esemplare» il comportamento tenuto in aula. Ha inoltre espresso l’auspicio, fatta salva la libertà di coscienza, che la linea del gruppo e la linea del governo possano coincidere.Al termine della riunione opinione unanime del ministro Sacconi, di Gasparri, di Quagliariello e della Roccella. «C’è un’ottima sintonia», ha commentato Sacconi. Entrando nella riunione, Quagliariello ha manifestato «apprezzamento» per l’emendamento proposto da Francesco Rutelli, (che in merito a idratazione e alimentazione lascia al medico la decisione finale dopo una «valutazione con il fiduciario e i familiari» valutando «le aspettative di sopravvivenza»), emendamento, però, ha ribadito, che «ha un difetto di formulazione perché non chiude tutto lo spazio legislativo». Anche la Roccella ha confermato le critiche: «È ambiguo nella formulazione di alcuni punti. Tra l’altro se va considerato ad esempio l’aspetto dell’accanimento terapeutico, allora basterebbe votare per intero l’articolo 3 del ddl Calabrò che interviene su questo punto con una disciplina molto chiara». L’ex leader della Margherita è tornato sulla sua proposta, ammettendo che «la formulazione legislativa è tutta da definire». La legge, ha precisato, va stilata, infatti, «evitando che nascano spazi interpretativi e ambiguità che facciano spuntare qua e là dei dottor morte». «Non ci sono ipotesi di mediazione a partire dal testo Calabrò», ha comunque messo in chiaro la Finocchiaro, ribadendo pari «dignità e libertà di posizione» nel Pd.Di fronte a «una posizione presente nel gruppo» espressa da Beppe Pisanu, per il quale «non dovrebbe esserci alcuna legge», Quagliariello è tornato ad osservare che dopo i pronunciamenti della magistratura, è impossibile «nascondere la testa sotto la sabbia». Inoltre «è in atto una campagna» che mira a fare che il caso Englaro diventi diritto positivo, «introducendo l’eutanasia». Si è verificato in giornata anche un botta e risposta Gasparri-Pisanu. Il capogruppo del Pdl ha bocciato la posizione di Pisanu rimproverandogli «di fare parte forse distrattamente del gruppo del Pdl». Ed ha insistito: «Si fa la legge perché il Parlamento ha votato una mozione nella quale viene indicato questo traguardo». «Sì è vero – ha replicato Pisanu – A volte sono così distratto che mi sfuggono persino gli alti pensieri del senatore Gasparri». Quest’ultimo però ha controbattuto: «Considero le sue espressioni di voto coscienti e consapevoli. E quelle che aveva espresso recentemente non sono in linea con le sue ultime affermazioni».Di referendum continua a parlare Antonio Di Pietro, un’ipotesi che la Finocchiaro non vuole per il momento prendere neppure in esame. La linea «la decide il partito e i parlamentari, e nessuno anche se autorevole, ce la può dettare», ha assicurato infine Dario Franceschini rispondendo ad Umberto Veronesi che gli aveva scritto che la proposta del Pd «non sono una mediazione, ma una resa».
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