venerdì 1 aprile 2016
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Un altro minorenne di una famiglia di ’ndrangheta è stato affidato a una struttura di accoglienza fuori dalla Calabria per tentare di strapparlo alla subcultura mafiosa. Il provvedimento di decadenza della potestà genitoriale riguarda il figlio di un noto esponente di una cosca reggina ed è stato eseguito da personale specializzato della Polizia e da operatori dell’Ufficio Servizio Sociale per i minori del ministero della Giustizia. Come spiega una nota della Questura, «è stato adottato dal Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, su richiesta della Procura per i Minorenni e, in ossequio ad una consolidata giurisprudenza, scaturisce dalla prioritaria esigenza di offrire al minore un modello educativo alternativo, diverso da quello fino al momento proposto dagli stretti familiari, ispirato ai sub-valori della cultura ’ndranghetista». Si tratta, quindi, di tutelarlo «dal rischio concreto di esposizione a condotte devianti e a un futuro di sofferenza, in cui la carcerazione appare nella migliore delle ipotesi come un destino ineluttabile». Il ragazzino, infatti, avrebbe già acquisito comportamenti a rischio che richiedono «le cure e le attenzioni di operatori professionalmente qualificati». (A.M.M.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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