lunedì 4 giugno 2018
Primi impegni del governo. Conte incontra Moavero Milanesi in vista del G7. Di Maio riceve al ministero i "riders". Fisco e famiglie, possibile rinvio al 2020. Da domani la fiducia in Parlamento
Il ministro Salvini all'hotspot di Pozzallo in Sicilia (Ansa)

Il ministro Salvini all'hotspot di Pozzallo in Sicilia (Ansa)

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C'è attesa per la presentazione del nuovo governo "legastellato" alle Camere. Oggi pomeriggio alle 15.30 e alle 17 si riuniranno le Conferenze dei capigruppo, rispettivamente, di Senato e Camera. Dovranno decidere i tempi del dibattito sulla fiducia. L'ipotesi più attendibile è che a Palazzo Madama si voti domani, martedì, e a Montecitorio mercoledì. Intanto proseguono le trattative per completare l'esecutivo con le nomine di viceministri e sottosegretari.

Stamattina intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, in vista del prossimo G7 in Canada a Charlevoix. E dall'esecutivo arrivano i primi segnali sulla direzione che potrebbe prendere l'azione di governo. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini annuncia opposizione al Consiglio dell'Ue sulla riforma dell'asilo, perché penalizzerebbe gli stati-frontiera come l'Italia. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio incontra i ciclofattorini, i cosiddetti rider, che da tempo chiedono più diritti. Sul fronte della flat-tax dalla Lega arrivano indicazioni su un probabile rinvio al 2019 per i redditi di impresa e al 2020 per le famiglie. Mentre sul fronte pensionistico, cioé la riforma della Fornero, segnali più ottimistici: intervento entro l'autunno con una spesa inferiore ai 5 miliardi stimati.

Salvini impegnato in Ue sulla riforma dell'asilo

Salvini, che domenica ha visitato l'hotspot di Pozzallo, in Sicilia, è intervenuto per annunciare a strategia in vista del Consiglio Ue di domani a Lussemburgo, annunciando un «no» al documento dei ministri su riforma asilo. «Che l'Italia sia stata lasciata da sola - dice il leader leghista - è chiaro ed evidente. Dobbiamo vedere i fatti; domani c'è l'ennesima riunione a Bruxelles sull'immigrazione, io non ci sarò perché c'è la fiducia al governo, ma ci sarà la nostra delegazione per dire no, perché l'Europa qualche mese fa ci ha promesso aiuto, su immigrazione e asilo politico, ma, invece, il documento in discussione domani penalizzerebbe l'Italia e altri Paesi mediterranei a favore dei Paesi del Nord e del'Est Europa».

«Minniti ha fatto un discreto lavoro»

Il ministro dell'Interno dice anche che il suo predecessore, il dem Marco Minniti, «ha fatto un discreto lavoro, non smonteremo nulla di ciò che di positivo è stato realizzato, lavorerò per rendere ancora più efficaci le politiche di controllo, di allontanamento, di espulsione. Sarebbe sciocco non riconoscere» se è stato fatto «qualcosa di utile e intelligente anche se indossava una diversa maglietta». Poi torna a ripetere che «l'Italia non può essere trasformata in campo profughi. Lavoreremo per sensibilizzare i nostri vicini» in ambito Europeo. Parlando della Tunisia aggiunge: «E' un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti», a proposito dei casi di intemperanza registrati nei centri di accoglienza che avrebbero tra i protagonisti migranti tunisini. La Tunisia ha reagito a questa parole: il ministero degli Esteri ha convocato l'ambasciatore italiano "per informarlo del grande stupore" suscitato dalle parole del ministro Salvini, che a sua volta si è detto disponibile a incontrare il suo omologo tunisino "per aumentare e migliorare la cooperazione nel reciproco interesse sul fronte sicurezza, immigrazione e contrasto al terrorismo"

Salvini interviene anche sui presunti rapporti tra la Lega e l Russia, dopo le accuse del finanziere George Sors: «Con Putin c'è un legame di stima, ritengo abbia fatto tanto per il suo popolo e con interventi contro il terrorismo islamico, come l'intervento in Siria: e lo dico gratis, perché lo penso. L'economia italiana avrebbe solo da guadagnare da buoni rapporti con la Russia. Il nemico in questo momento è il terrorismo islamico, non l'espansionismo della Russia». E avverte: »Ho già querelato persone che in passato avevano detto che la Russia mi pagava» sottolineando che Soros «è uno speculatore che 20 anni fa provocò uno dei più grandi disastri economici italiani».

Di Maio incontra i rider: lavoro sia meno precario

Al ministero del Lavoro intanto il neoministro Luigi Di Maio incontra un gruppo di ciclofattorini, i rider che consegnano pasti a domicilio, per fare il punto sulle condizioni di lavoro e i possibili miglioramenti anche alla luce dell'accordo di Bologna siglato nei giorni scorsi. «Iniziamo un percorso che passa attraverso un modello di lavoro meno precario, più dignitoso e che abbia salario orario minimo», dichiara Di Maio.

«È un primo piccolo passo ma vogliamo dare un segnale a chi ha un lavoro e chiede un pò di dignità. Lo possiamo fare con le leggi, con una paga minima oraria e soprattutto favorendo un confronto tra i grandi gruppi internazionali e i ragazzi che chiedono i diritti minimi e non chiedono la luna». «È finito il tempo delle promesse elettorali e delle passerelle mediatiche sulle spalle dei precari come noi - dichiara Riders Unions Bologna - e siccome non ci interessano soluzioni calate dall'alto né tantomeno le pacche sulle spalle, la direzione dell'unico vero "cambiamento" deve passare dal riconoscimento delle lotte sociali e della libera organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici». La prossima settimana un nuovo incontro per entrare nel concreto della trattativa.

Bagnai: flat tax prima alle imprese e alle famiglie

Sul fronte fiscale Alberto Bagnai, parlamentare della Lega e tra i nomi considerati più probabili come sottosegretario all'Economia annuncia un possibile rinvio della flat-tax. «Mi sembra che ci sia un accordo sul fatto di far partire la Flat tax sui redditi di impresa a partire dall'anno prossimo. E poi a partire dal secondo anno si prevede di applicarla alle famiglie». Di fatto, per le imprese l'aliquota unica, già in vigore al 24%, scenderebbe a partire dal 2019, mentre per le famiglie l'appuntamento sarebbe quindi rinviato al 2020.

Sul fronte pensionistico qualche anticipazione arriva da Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Welfare nei governi Berlusconi 2 e 3, «contattato» per un incarico a fianco di Di Maio al ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico o al vertice dell'Inps. «L'idea è di premiare il lavoro, consentendo di uscire con quota 100 o quota 41. E di asciugare la spesa per assistenza che vale oltre 100 miliardi all'anno. L'allarme sui conti - assicura - è infondato. La spesa per pensioni, depurata dall'assistenza, pesa solo l'11% sul Pil, in linea con gli altri paesi europei e sotto il 18,5% comunicato da Istat a Eurostat». Per Brambilla «intervenire in modo chirurgico sulla Fornero si può e in 3-4 mesi. Poi entro un anno il nuovo Testo unico delle pensioni. I costi sono sostenibili».

Sul calcolo di 5 miliardi all'anno quando il presidente dell'Inps Boeri ne calcola 20, Brambilla spiega: «Non si conosce la proposta. Bisogna puntare - prosegue - sui fondi esuberi o di solidarietà che esistono già per ogni categoria professionale». L'Ape sociale, aggiunge, «verrebbe abolita. Pesa per 1,5 miliardi all'anno sui conti pubblici». Ecco perché questa riforma «potrebbe costare meno dei 5 miliardi stimati».

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