sabato 15 giugno 2013
Già da ieri notte era cominciato il presidio di Fiom e Slai-Cobas che avevano proclamato uno sciopero e un picchettaggio dei cancelli contro i sabati di recupero. Lingotto: produzione regolare, grande senso responsabilità dei dipendenti. Giovannini: governo vuol ridare prospettiva crescita.
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Qualche tensione all'alba tra forze dell'ordine e manifestanti davanti all'arco 1 dello stabilimento Giambattista Vico a Pomigliano d'Arco. Già da ieri notte era cominciato il presidio di Fiom e Slai-Cobas che avevano proclamato uno sciopero e un picchettaggio dei cancelli contro i sabati di recupero previsti da Fiat per la produzione della Panda. Questa mattina, molto prima del turno delle 6, hanno cominciato ad arrivare gli operai e i manifestanti hanno tentato di dissuaderli a entrare con cori e slogan. Un gruppetto ha anche tentato di aggirare il cordone delle forze dell'ordine. Qualche momento di tensione, una manovra di sospingimento e un manifestante ha avuto un malore ed è stata chiamata un'ambulanza, un altro è rimasto contuso dall'urto con un'auto. Ferita alla mano anche per un poliziotto. Poi tutto è tornato tranquillo, gli operai sono rientrati regolarmente. In questo momento davanti ai cancelli c'è solo una camionetta della polizia.Un gruppo di esponenti del comitato di lotta cassaintegrati e licenziati Fiat e terziarizzate, hanno occupato, insieme ad alcuni studenti, disoccupati e appartenenti a centri sociali di Napoli, un locale comunale di Pomigliano d'Arco, nei pressi della Villa Comunale, dopo aver effettuato i presidi davanti allo stabilimento automobilistico campano.I manifestanti avevano occupato la struttura quasi un mese fa, ma le porte del locale erano poi state sigillate dai vigili urbani poche ore dopo. Gli appartenenti al comitato di lotta, avevano poi manifestato davanti alla struttura una settimana dopo, e 'promesso' che prima o poi ne avrebbero ripreso possesso. GIOVANNINI: TANTI CASI COME POMIGLIANOQuello della Fiat a Pomigliano "non è il solo stabilimento che non ha pace". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, rispondendo a una domanda sulle tensioni registrate davanti al sito produttivo della casa torinese in Campania. Il ministro ha ricordato che la crisi occupazionale "morde in molti territori, purtroppo sempre di più" e ha riconosciuto che "la pace sociale, relativa, che abbiamo avuto fino ad ora è stata frutto dell'impegno sia degli imprenditori, che delle parti sociali". "I problemi sono evidentemente molto gravi - ha detto Giovannini - ed è per questo che il governo intende intervenire, rapidamente ma seriamente, per ridare una prospettiva di crescita". Giovannini ha chiesto di "invertire anche le aspettative", un riferimento diretto agli "animal spirit degli imprenditori": in pratica, se non arriva un'inversione di tendenza "è chiaro che questa cappa di insicurezza blocca anche le spese e gli investimenti delle imprese che, invece, potrebbero investire". "Questo è il meccanismo che sta prendendo tutta l'Europa - ha concluso - ed è per questo che il vertice di ieri a Roma è stato molto importante: il Consiglio europeo di fine giugno dovrebbe dare un segnale chiaro di inversione di tendenza".
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