lunedì 8 luglio 2013
​Lo scrive il vescovo di Nola, rispondendo al direttore dello stabilimento, Giuseppe Figliuolo. «Lavoratori, azienda, politici...Siamo tutti sulla stessa barca», aggiunge il presule, accogliendo l'invito a visitare la fabbrica e dicendosi «amareggiato» e «scosso» per quanto dichiarato dai responsabili del Lingotto.
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In una lettera al direttore del quotidiano Il Mattino, Alessandro Barbano (che ieri ha pubblicato la missiva nella quale il direttore dello stabilimento di Pomigliano, Giuseppe Figliuolo, in cui ha accusato il vescovo di Nola di essersi schierato dalla parte dei violenti) Benaimino Depalma ha scritto che "la natura pubblica che la vicenda ha assunto, e soprattutto la gravità dell'accusa a me rivolta, pretende una risposta altrettanto pubblica. No, dottor Figliuolo - afferma il vescovo di Nola, Depalma - io non sto dalla parte dei violenti, né volontariamente né, come dice lei, 'involontariamente'. Le dirò di più: la Chiesa non conosce la parola 'contro', né tantomeno, nelle vicende sociali, assume posizioni pregiudiziali a favore dell'una o dell'altra parte". "Proprio la vicenda-Fiat - continua Depalma - è emblematica dello stile che ho cercato di assumere: provare sempre, in ogni circostanza, anche la più burrascosa, a mettere le persone intorno allo stesso tavolo. Lavoratori, azienda, politici... Siamo tutti sulla stessa barca - conclude monsignor Depalma - è questa la mia ferma consapevolezza". "Lo stanno esponendo a una situazione difficile". Così l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, nel corso di un breve colloquio privato, a margine dell'assemblea dell'Unione Industriale di Torino, con l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, facendo riferimento al vescovo di Nola Beniamino Depalma al centro delle polemiche in merito alla sua partecipazione al sit in davanti allo stabilimento Fiat di Pomigiano. Un'affermazione a cui l'arcivescovo di Torino ha risposto semplicemente: "Mi dispiace".Intanto il vescovo di Nola ha accettato l'invito a visitare lo stabilimento Fiat di Pomigliano, che gli era stato rivolto dal responsabile della fabbrica, Giuseppe Figliuolo. L'invito gli era stato rinvolto con una lettera nella quale lo stesso dirigente del Lingotto aveva declinato la richiesta a partecipare a un incontro promosso da monsignor Depalma per analizzare, con i sindaci della zona, le situazioni relative allo stabilimento. In una lettera al Mattino, il prelato spiega di aver accolto l'invito a visitare lo stabilimento "per avere l'opportunità di un confronto franco e diretto". "Solo le relazioni personali, faccia a faccia possono chiarire le diverse posizioni e consentire di superare pregiudizi ed equivoci", aggiunge Depalma spiegando che non è sua intenzione "aprire polemiche a distanza" sui singoli aspetti sollevati da Figliuolo nella lettera inviatagli e resa pubblica. "Ci tengo dunque a dire subito - ha scritto il vescovo - che accetto l'invito del dottor Figliuolo a visitare lo stabilimento da lui diretto".
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