Niente basterà a risanare la ferita della loro uccisione. Che spesso è avvenuta per strada, sotto gli occhi inermi dei passanti. I luoghi che sono stati teatro di femminicidi possono però ricordare i nomi delle donne per sempre. Succede in sempre più città: da Bari a Roma, da Genova a Torino. In barba alla toponomastica tradizionale – che di maschilismo pecca, eccome – spuntano parchi, giardini, vialetti, piazze intitolate alle vittime dell’odio e della gelosia di chi diceva di amarle. È il caso di Ceglie Del Campo, Bari: Chiara Brandonisio è stata uccisa lì, l’8 luglio del 2010, a sprangate. Stava andando al lavoro in bici e si trovava in via Di Venere, proprio dove ora sorgono i giardinetti che la ricordano. Sulla targa ci sono la sua data di nascita e di morte.
A Potenza il verde di via Unità d’Italia è dedicato a Grazia Gioviale, uccisa nel 2009. Un po’ più in là, il grande Parco Elisa Claps. A Dragona, frazione della Capitale, ecco il parco Donne vittime del femminicidio: è dedicato a Michela Fioretti e ad Alessandra Iacullo, uccise poco distante.
Anche Corigliano Calabro ricorda con alberi e giochi per i bimbi la sua Fabiana Luzzi, bruciata viva dal fidanzatino, sulla via Provinciale mentre Torino trova spazio per il suo giardino intitolato alle Donne Vittime del femminicidio in via Chambery.