giovedì 17 febbraio 2022
Sì all'unanimità in Parlamento per la relazione della commissione d’inchiesta. Maiorino (M5s): siamo inadempienti, le strutture sorte nel privato sociale non sono state riconosciute dallo Stato
Una delle manifestazioni anti-violenza organizzate negli scorsi anni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei femminicidi

Una delle manifestazioni anti-violenza organizzate negli scorsi anni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei femminicidi - Fotogramma

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Due anni di lavoro, oltre 20 audizioni in Senato di esperti e operatori, infine una relazione approvata ieri all’unanimità dalla Commissione d’inchiesta sui femminicidi. Per concludere che la violenza contro le donne deve diventare un 'affare di uomini', come del resto chiede l’articolo 16 della Convenzione di Istanbul del 2011, a cui l’Italia ha aderito e che prevede la messa in campo di programmi per 'rieducare' i maltrattanti. La ricognizione effettuata dalle relatrici Alessandra Maiorino (5 stelle) e Donatella Conzatti (Italia Viva) ha permesso di censire l’esistenza di programmi di ascolto per uomini maltrattanti in 26 città, quasi tutte nel Centro-Nord Italia. Un numero insufficiente, se si considera l’enormità delle cifre dei femminicidi (118 nel solo 2021), punta di un iceberg di migliaia e migliaia di comportamenti violenti all’interno di relazioni sentimentali. «L’Italia è inadempiente – spiega la senatrice Alessandra Maiorino – . Questi centri sono sorti spontaneamente a partire dal 2009 nell’ambito del privato sociale, ma non sono stati riconosciuti in modo organico dallo Stato».

Una spinta fondamentale è arrivata con il Protocollo Zeus del 2018 (alle prime notizie di violenza, il questore ammonisce l’aggressore a interrompere i comportamenti aggressivi e lo 'incoraggia' a frequentare un percorso di recupero in un Centro specializzato), ideato dalla questora Alessandra Simone della Direzione generale anticrimine della Polizia, ma finora rimasto confinato soprattutto al Nord e nelle grandi città. Quanto sia importante prevenire, agendo sulle radici della violenza maschile sulle donne lo dimostrano i numeri: tra gli uomini maltrattanti che hanno frequentato programmi specifici, l’80 per cento (a Milano addirittura il 90%) non ha più commesso violenze. Cioè quasi tutti gli uomini che hanno completato il percorso di recupero hanno compreso i propri sbagli, imparato a gestire la rabbia e non hanno replicato comportamenti aggressivi nelle relazioni di coppia. Si tratta quindi di un’opera di prevenzione importante, che può fermare un’escalation distruttiva. La rela- zione indica modelli esteri, dal norvegese Alternative to Violence (Atv) al Men overcoming violence (Move) irlandese, e descrive l’unica rete italiana di Centri di ascolto per uomini autori di violenza, Relive.

Ora la relazione verrà discussa in aula al Senato perché diventi patrimonio comune, e andrà a corroborare le due proposte di legge di Maiorino e Conzatti che chiedono che i Centri per l’ascolto degli uomini maltrattanti (Cam) vengano istituzionalizzati in tutta Italia ed entrino a far parte della rete antiviolenza, con idonei finanziamenti che integrino il fondo di 9 milioni di euro già approvato con la legge di bilancio e destinati alla rieducazione degli uomini autori di violenza sotto vari capitoli di spesa (5 per progetti di recupero, 1 per la diffusione dei Cam in tutta Italia, 1 per il monitoraggio delle attività, 2 per attività di rieducazione in carcere destinati ai sex offenders).


Nel nostro Paese i programmi di ascolto per uomini maltrattanti sono presenti in 26 città,
quasi tutte nel Centro-Nord Italia.
Un numero insufficiente, se si considera l’enormità delle cifre dei femminicidi: 118 nel solo 2021

«La violenza contro le donne è un problema che riguarda gli uomini, sono gli uomini che devono interrogarsi. Finora si è agito solo sulla protezione delle vittime senza ambire ad andare alla causa del problema, che sono appunto gli uomini violenti. È nostro dovere fare tutto il possibile per fermare la violenza fin dal suo primo manifestarsi, senza aspettare che l’escalation raggiunga il suo apice più drammatico.

Questo è l’obiettivo dei centri di ascolto per uomini maltrattanti oggetto della Relazione approvata oggi in commissione Femminicidio e del disegno di legge, su cui ieri la commissione Giustizia ha iniziato il suo esame», continua Maiorino. Si tratta di un messaggio culturale dirompente: gli uomini si mettono in discussione e possono parlare dei propri sentimenti, imparare a incanalare la rabbia, capire che la violenza non è una malattia ma un comportamento sbagliato.


L’emergenza senza fine e chi lavora per fermarla

118
I femminicidi commessi nel 2021. Di questi, 102 sono stati commessi in ambito familiare o affettivo

8
I soci fondatori della rete Relive nel 2014: sono i centri che propongono percorsi per autori di violenza di genere

24
I centri attualmente associati alla rete Relive (Relazioni libere dalle violenze) Fonte: associazionerelive.it

80%
La percentuale di uomini che dopo aver frequentato un corso di recupero non hanno più commesso violenze

+70%
L’aumento di richieste d’aiuto negli ultimi due anni (40 chiamate al giorno al numero antiviolenza e stalking 1522)

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