mercoledì 21 gennaio 2009
Al Senato sono ripresi i lavori sul testo di legge, che era già approdato in Aula per la discussione generale prima della brusca frenata. Pd e Udc chiedono rassicurazioni: «Vogliamo sapere quanto costerà».Tremonti: «Difficile stimarlo per ora, troppe variabili».
COMMENTA E CONDIVIDI
Sono iniziati i lavori in Aula al Senato. All'ordine del giorno c'è il ddl sul federalismo fiscale sul quale in mattinata verrà completata la discussione generale per poi passare al voto degli emendamenti. Al momento «è davvero difficile formulare una risposta che non sia procedurale, che non sia politica». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo in Aula al Senato in sede di replica alla discussione sul ddl sul federalismo fiscale, ha spiegato che si tratta di un «congegno ad elevatissima complessità tecnica», con «tante variabili», rispondendo alle critiche rivolte ieri da Pd e Udc, che avevano chiesto rassicurazioni circa i costi della riforma. «È difficile quantificare l'impatto economico delle variabili per fare un calcolo di costi». La difficoltà di quantificare oggi l'impatto economico della riforma, ha spiegato Tremonti, è dovuto anche al fatto che in ballo ci sono 12 tributi, cinque soggetti titolari di cespiti, undici criteri istitutivi, otto tipi di procedure attuative e un numero non specificato didecreti attuativi. Tutto sotto due fondi perequativi di solidarietà». I principi contenuti nel disegno di legge sul federalismo fiscale garantiscono però «unità e solidarietà tra le persone e le aree del Paese» e rispettano la Costituzione, ha assicurato il ministro.Il confronto con l'opposizone. Proseguono intanto le trattative tra maggioranza e opposizione sulla misura. Questa mattina il governo aveva nuovamente incontrato il Pd prima dell'avvio dei lavori dell'Aula in una riunione durata oltre un'ora e che è stata aggiornata a dopo la fine della seduta. Prima di vedere un gruppo di senatori del Pd, questa mattina alle otto e trenta circa, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli aveva incontrato a Palazzo Madama anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. In effetti uno dei "nodi" ancora aperti del provvedimento è proprio la normativa sulla capitale. «Abbiamo indicato la nostra impostazione su questo punto - ha spiegato Alemanno lasciando il Senato - e ora cercheremo un accordo con l'opposizione e con Provincia e Regione». Dopo aver visto Alemanno, Calderoli aveva incontrato un gruppi di senatori del Pd con la presidente Anna Finocchiaro (che però poi ha lasciato la riunione per partecipare a quella della giunta del regolamento), il relatore di minranza Walter Vitali, Maria Fortuna Incostante e Massimo Barbolini.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: