sabato 2 maggio 2020
Alle 18 l'applauso. Il Forum: «Ora meritano un segnale». De Palo: «Il premier ha preso un impegno, ma ancora non vediamo segnali. Servono 10 miliardi, a cominciare dai nuclei fragili»
Una famiglia in quarantena

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«Continuo a pensare alle parole di Giuseppe Conte e ancora non vedo il segnale che avrei voluto vedere. Continuo a riflettere sull’ultimo impegno preso dal presidente del Consiglio e non c’è una risposta vera, un passo concreto…». Gigi De Palo ripete a memoria il “Conte pensiero” («Nelle prossime misure le famiglie avranno lo spazio che meritano»). La mente è già a oggi, domenica 3 maggio, alle 18, al flash–mob da finestre e balconi per dire grazie a tutte le famiglie italiane. Poi il presidente del Forum delle associazioni familiari si rivolge direttamente all’inquilino di Palazzo Chigi: «C’è stato un investimento forte per impedire che l’Italia cadesse. Sono state stanziate risorse importanti. 75 miliardi speriamo decisivi. Ma le famiglie? Non possono ancora una volta essere dimenticate: dieci miliardi servono per sostenerle, per prenderle per mano. A partire da quelle più fragili. Da quelle con più figli. Da quelle con meno risorse».

De Palo vorrebbe spiegare nei dettagli le proposte del Forum, ma per qualche minuto gli ultimi dati della Protezione civile si prendono la scena. Non sono buoni. L’emergenza sanitaria ancora fa paura, ma l’emergenza economica, giorno dopo giorno, avanza più minacciosa. «Difendere la vita è un primo obbligo. Ma ce n’è un secondo: prendere subito ogni decisione che serva a salvare la vita delle famiglie». De Palo ripete concetti ripetuti mille volte. Alla politica. Ai movimenti. Al governo. Alle imprese. «Le famiglie non sono una categoria, sono il Paese. Sono il Paese che resiste. Che combatte. Che non polemizza. Lunedì milioni di mamme e papà torneranno a lavorare con un problema in più. Con le scuole chiuse e i figli a casa. Siamo eroi che non fanno notizia. E che con infinita responsabilità tengono in piedi il Paese. Le dico una cosa: senza l’impegno silenzioso delle famiglie il lockdown non sarebbe andato così. Ecco perché abbiamo chiesto all’Italia di applaudire le famiglie. Ecco perché domenica io, mia moglie e i miei ragazzi ci affacceremo alla finestra e applaudiremo. Un grande applauso. Come quello ai medici. Sì, proprio come quello».

C’è rumore nell’appartamento romano del presidente del Forum. C’è la vita. E c’è la fiducia. «Ma ora quella fiducia merita un segnale. È troppo tempo che si aspetta. Chiediamo un assegno di 200 euro per ogni figlio fino a 18 anni e almeno fino a dicembre. Ma soprattutto chiediamo un cambio di mentalità. L’emergenza si affronta con misure di emergenza perché un virus fino a oggi sconosciuto ci ha fatto capire che quando un Paese si piega i primi a soffrire sono le famiglie con figli. E allora serve una nuova consapevolezza. Serve un grande piano di sostegno a 26 milioni di famiglie italiane». Ci sono due De Palo. Uno che incalza il governo. Che chiede misure e risorse alla politica. Un altro che si rivolge direttamente al Paese per sottolineare il ruolo luminoso delle famiglie italiane. «Mai una polemica, mai una rivendicazione. E mi chiedo se è giusto. Se la compostezza delle famiglie sia capita. Noi abbiamo accettato le regole. Anche quelle più dure. La chiusura ha pesato sui bimbi e sui nonni. Meritavamo attenzione e invece è come se le famiglie e il loro ruolo fossero uscite dalla narrazione di questa quarantena. Non ne ha parlato la politica, non ne hanno parlato i media. Un silenzio brutto che un applauso grande e contagioso dovrebbe cancellare».

De Palo parla senza quasi prendere fiato. E intanto costruisce il flash–mob. Sente la politica, cerca il sostegno del mondo della cultura, spiega a giornali e radio le sue idee. Con immagini e con numeri. «La famiglia ha portato il Paese sulle spalle. Ha retto pesi incredibili. Anche in questo momento così complicato. Anche davanti a un inevitabile crollo di consumi e domanda. La forza dell’Italia era nel turismo e nella famiglia. Il turismo è stato affondato e ci vorranno mesi perché possa rialzarsi. Restano le famiglie. Perché sono loro il vero ammortizzatore sociale. Sono loro la spina dorsale della nazione». Ancora una volta il presidente del Forum sfida il presidente del Consiglio: «Conte ha tutto chiaro, ora servono scelte. Servono fatti precisi non generici impegni. E servono subito perché il Paese è stanco. Perché le famiglie sono stanche». È una quarantena lunga. A tratti angosciante. De Palo gira a Palazzo Chigi quegli interrogativi che, in un inesauribile filo diretto, le famiglie girano a lui. «Si può quantificare il dolore di seppellire una madre o un padre senza un funerale? E quello di una madre per “accettare” di vedere un figlio disabile smettere di camminare perché il lockdown non ha risparmiato il centro di riabilitazione? Ecco il perché dell’applauso. Un gesto privo di retorica. Per dar forma al grazie alle nostre famiglie che si sono reinventate in questi due mesi. Mamme sono state maestre, baby–sitter, infermiere, fisioterapiste. Papà sono stati allenatori, psicologi, idraulici. Chi ha potuto ha continuato a lavorare, chi non ha potuto ha tirato fuori risorse impensabili. Non è ancora finita, e questo applauso deve incoraggiare, unire, deve ricreare fiducia. E deve scuotere la politica: ora è il momento di battere un colpo».

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