domenica 26 marzo 2017
Parla il magistrato Anna Maria Baldelli, impegnata dal 2010 insieme alla polizia di Torino e alla cooperativa sociale Asai in un progetto di intervento sul disagio: «Arriviamo prima che sia tardi»
Faccia a faccia coi bulli: «Ecco come salvarli»
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«Il grido disperato e coraggioso insieme di quel padre che posta su Facebook la foto del volto del figlio tredicenne tumefatto a causa delle botte dei suoi coetanei è un Sos che le istituzioni devono raccogliere: non deve accadere che un genitore si debba sentire così solo da compiere un gesto, purché qualcuno intervenga, che perseguiterà per tutta la vita quel ragazzino. Noi come istituzioni dobbiamo essere visibili, non solo agire ma essere un punto di riferimento in modo che i genitori siano certi che se si denunciano le violenze l’intervento sarà immediato».

Anna Maria Baldelli, dal 2010 Procuratore dei minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, è convinta che il bullismo si possa arginare a patto che non si abbassi la guardia sulla prevenzione capillare nel territorio: «Prima che l’aggressività e le vessazioni fra adolescenti diventino reato si può fare molto per prevenire i rischi di devianza – prosegue il Procuratore –. Per questo, soprattutto con il Nucleo di Prossimità del Corpo di Polizia Municipale di Torino, con cui la nostra Procura ha una convenzione dal 2010, e con la cooperativa sociale Asai operiamo per fare in modo di intercettare il disagio prima che diventi reato». Nel 2016, grazie a queste intese sono stati trattati 62 casi di ragazzi, inseriti in percorsi di riparazione: «Questi adolescenti – prosegue Anna Maria Baldelli – sono stati aiutati a focalizzare la loro responsabi-lità, ad assumersela e a potenziare le loro abilità in una attività di riparazione: l’esito di questi 62 percorsi ha avuto successo al 100 per cento».

Al termine del percorso autori e vittime di bullismo si sono realmente riconciliati e si sono tolti di dosso l’etichetta di carnefice e di preda: «Quei 62 adolescenti avrebbero potuto diventare delinquenti di domani; invece sono ragazzi che, sono certa, non commetteranno più nessun reato. Ma non solo, contageranno positivamente i loro amici» afferma il magistrato. La Procura subalpina con tutte le forze che operano intorno alla scuola (polizia, servizi sociali di psicologia e psichiatria, sert, parrocchie, società sportive, oratori) è in prima linea da anni per mettere in campo interventi contro bullismo e cyberbullismo: l’iniziativa 'Gruppo noi' coinvolge ad esempio 122 scuole secondarie del Piemonte (nella Provincia di Biella aderiscono tutti gli istituti) per prevenire conflittualità tra i banchi di scuola promuovendo “benessere scolastico” attraverso sportelli d’ascolto e dibattiti collettivi. Il Procuratore sottolinea che se venisse approvata la controversa riforma in discussione in Senato sul processo civile, che prevede la soppressione di Tribunali e Procure dei minori accorpandole alla Giustizia ordinaria, l’opera di prevenzione al bullismo sarebbe fortemente compromessa.

«La Giustizia minorile ha una competenza distrettuale – conclude Baldelli – ed essendo in mano alla Procura anche l’azione penale, siamo l’unico organo che può essere di riferimento a tutte le agenzie che operano sul territorio e lavorano attorno ai casi di bullismo. La Giustizia ordinaria non potrà certamente farsi carico della prevenzione non solo del bullismo. Per questo come magistrati minorili ci siamo mobilitati perché la riforma non venga approvata».

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