mercoledì 5 gennaio 2011
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Nessun dissidio con il duo Bossi-Tremonti. Il governo va avanti. Ed entro la fine del mese «sono sicuro che in Parlamento ci saranno le condizioni per portare a termine la legislatura e il programma». Il problema semmai, secondo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sta nel campo avversario, l’opposizione, che è «senza idee e senza leader».Intervistato telefonicamente da Studio Aperto, il tg di Italia Uno, il Cavaliere bolla come «chiacchiere al vento» l’esistenza di screzi interni con il leader leghista e il ministro dell’Economia, tali da pregiudicare il proseguimento dell’esperienza a Palazzo Chigi. Maggioranza solida, dunque. Governo altrettanto. Le elezioni? Berlusconi dice di non temerle, ma anche che «l’Italia ha bisogno soprattutto di stabilità, di continuità nell’azione di governo, e noi abbiamo molte cose da fare. Se lo chiedono tutti i protagonisti più importanti della nostra società, dall’industria alla Chiesa cattolica, vuol dire che questa è una richiesta davvero fondata. Tutti ci chiedono di fare ogni sforzo per evitare le elezioni anticipate». Parole rivolte ai suoi e a quelli che non sostengono l’esecutivo. Soprattutto all’Udc, visto che sulle altre opposizioni il premier dimostra per l’ennesima volta di non contare affatto. «Io ho lavorato con una squadra di ministri giovani e motivati», mentre «c’è una opposizione che dobbiamo sopportare, senza idee e senza leader che sa dire solo stupidaggini e sa solo calunniare e ingannare». Mentre lui è apprezzato dal 56,6% degli lettori, snocciola.Nell’intervista c’è spazio per le cose fatte, per la tenuta dei conti pubblici che il premier rimarca, a sottolineare la fiducia nel suo uomo dei numeri. E per le riforme in corso: federalismo, giustizia, fisco, Piano per il Sud. Con un lungo elenco di interventi strategici da completare per la modernizzazione del Paese: «Il piano case, gli investimenti infrastrutturali, la semplificazione, la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, la liberalizzazione, il piano per il nucleare, la promozione della banda larga, la riforma del Patto di stabilità, l’accelerazione dei pagamenti delle Pubbliche amministrazioni». Ma c’è anche l’annuncio di tre «interventi bandiera». Su cultura e ricerca, giovani e sicurezza dei cittadini. È in particolare sui giovani - punto centrale del discorso di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - che Berlusconi si sofferma. Rivendica di aver fatto tanto in due anni e mezzo con la riforma del sistema scolastico e universitario e con provvedimenti ad hoc, per 300 milioni, su studio, casa e lavoro. Insomma «l’Italia può tornare ad essere un Paese per giovani».Sui provvedimenti a favore degli under 30 e della cultura lo incalzano Vittoria Franco e Ignazio Marino (Pd). Quest’ultimo parla di «buoni propositi di inizio anno che suonano tanto vuoti quanto offensivi», vista la politica di tagli attuata sinora. Ora gli interventi "bandiera". «Forse pensava a una bandiera bianca». Sull’immagine ironizza anche la Franco, per la quale si tratta di «una nuova categoria di misure appena creata dal presidente del Consiglio e che non vediamo l’ora di scoprire». Lapidario Filippo Rossi della Fondazione finiana Farefuturo: il governo è un paziente in fin di vita su cui «un consesso di dotti, medici e sapienti» tenta «un’impresa disperata» come quella di salvarlo.
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