giovedì 23 febbraio 2017
La Commissione parlamentare lancia l'allarme
Emergenza continua nel Lazio «Forte il rischio di ecoreati»
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ROMA «Nel Lazio, in tema di rifiuti bisogna tenere la guardia molto alta. Perché le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti non sono solo una storia del passato». Lo denuncia Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che sta svolgendo un’approfondita indagine proprio sulla situazione regionale. «Non è che camorra e ’ndrangheta si presentano con pregiudicati nei consigli di amministrazione delle società, ma con persone “rispettabili” – spiega – . E questo avviene soprattutto sull’area sud, terra a forte rischio di ecoreati, con un’imprenditoria non sempre trasparente ». Le conseguenze sono pesanti. «Da un punto di vista ambientale sia il territorio di Latina che quello di Frosinone sono molto problematici», avverte Bratti. E questo, aggiunge, «aggravato dal «problema del ciclo dei rifiuti nel Lazio. L’impiantistica in parte c’è e in parte manca. E quel- la che c’è, è qualitativamente scarsa, inadeguata. Sono soprattutto grandi impianti tmb (trattamento meccanico-biologico, ndr), nei quali la frazione umida dovrebbe essere biostabilizzata per poter andare in discarica e non produrre più percolato. Invece in numerosi impianti purtroppo questo non funziona».

Una situazione che sicuramente favorisce ecomafiosi e ecofurbi. La commissione ha ascoltato i prefetti di Latina, Viterbo, Rieti e Frosinone, accompagnati dai questori, poi i procuratori e i sindaci delle città capoluogo, esclusa l’area metropolitana di Roma, già oggetto nei mesi scorsi di uno specifico approfondimento. È stato poi ascoltato il direttore dell’Arpa Lazio, che ha aggiornato la commissione sullo stato degli impianti presenti nelle varie province. Che, appunto, «presenta molte criticità». L’attenzione maggiore si è puntata su Latina e Frosinone:, sedi di storiche discariche per rifiuti solidi urbani, già coinvolte in inchieste giudiziarie. Nel caso di Frosinone emerge anche un forte inquinamento delle matrici ambientali (la contaminazione dell’aria, che pone la città ai vertici della graduatoria nazionale e lo stato del fiume Sacco, sito oggetto di uno specifico approfondimento) oltre alle criticità oggetto di una recente inchiesta della Dda di Roma per traffico organizzato di rifiuti. Per quanto riguarda Latina, il prefetto ha illustrato il quadro generale della zona, che vede la presenza di un alto numero di imprese specializzate nella gestione e trattamento dei rifiuti, con un mercato del valore di circa 800 milioni di euro.

Il Questore ha quindi illustrato gli esiti di una serie di inchieste della Squadra mobile che hanno riguardato un gestore della discarica di Borgo Montello. E proprio questo impianto desta «particolare preoccupazione», come conferma un procedimento penale attualmente in corso per avvelenamento delle acque. «È da chiudere, mettere in sicurezza e sperare che non diventi un punto di inquinamento molto elevato – afferma netto Bratti – perché le prima vasche sono molto vecchie e sostanzialmente senza alcun tipo di precauzione come teli o impermeabilizzazioni. Ci sono inquinamenti noti, tutt’altro che banali». Un particolare rilievo assume la situazione del comune di Latina, la cui raccolta dei rifiuti è affidata alla società mista pubblico-privata (51% comune di Latina, 49% riconducibile al gruppo Colucci) Latina Ambiente, dichiarata fallita dal Tribunale, su richiesta della Procura delle Repubblica, lo scorso dicembre. Il sindaco Damiano Coletta ha illustrato alla commissione il piano di intervento che il comune sta predisponendo, che punta alla creazione di una Azienda speciale interamente pubblica, destinata a prendere in carico il servizio.

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