venerdì 4 gennaio 2019
La denuncia dei volontari del Baobab: lasciati all'addiaccio nonostante ci fossero brandine vuote. L'Assessorato: quei posti erano per senza tetto disabili, offerto accoglienza in un altro centro
Nella foto scattata dai volontari del Baobab, le brande rimaste vuote nella struttura di accoglienza della Stazione Tiburtina

Nella foto scattata dai volontari del Baobab, le brande rimaste vuote nella struttura di accoglienza della Stazione Tiburtina

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Immigrati senza tetto lasciati all'addiaccio fuori dal centro di accoglienza del Comune, nonostante molte brandine fossero vuote. La denuncia è dei volontari di Baobab experience che raccontano di 19 stranieri rimasti a dormire al freddo, nonostante la struttura avesse 24 dei 30 posti vuoti. «Quelle brande dovevano essere occupate da persone senza fissa dimora della zona particolarmente fragili - dicono all'Assessorato capitolino alla persona - e ai ragazzi stranieri avevamo proposto un'altra sistemazione, che però hanno rifiutato».

Alla sala per l'emergenza freddo predisposta dal Comune di Roma alla Stazione Tiburtina «ieri su 30 brandine disponibili 24 erano vuote, mentre persone migranti hanno dormito fuori poichè il Dipartimento alle politiche sociali del Comune di Roma non ha permesso loro di entrare», ha denunciato Roberto, attivista del Baobab, l'associazione che aveva allestito un centro di accoglienza informale per migranti nei pressi della Stazione Tiburtina, a Roma, sgomberato poche settimane fa. Il dormitorio - allestito nei locali della Stazione Tiburtina dalla Sala operativa sociale (Sos) del Dipartimento delle politiche sociali del Comune di Roma - mette a disposizione brandine per senza fissa dimora fino alle 6 del mattino. «C'erano 19 migranti ieri che hanno atteso invano di essere accolti per la notte. Sono arrivati alle 19 per trascorrere al chiuso una delle notti più gelide per la Capitale, con temperature che hanno sfiorato lo zero. Ma gli operatori del Comune - testimoniano i volontari - hanno consentito l'accesso solo a cinque ragazzi, benché all'interno ben 24 brandine fossero vuote, come testimoniano foto e video realizzati dagli stessi volontari».

All'Assessorato alla persona, scuola e comunità solidale spiegano che «i posti letto vuoti erano stati assegnati a persone in condizioni di maggiore vulnerabilità. Per i senza tetto che gravitano attorno alla Stazione Tiburtina e hanno difficoltà a spostarsi, per disabilità o altri problemi. Purtroppo non sono più arrivati». La sala, dicono all'Assessorato, «non è un ristorante dove il tavolo viene assegnato ad altri se chi l'ha prenotato non si presenta in orario. A volte arrivano a notte alta. Ai ragazzi stranieri già alle 22,30 era stata proposta l'accoglienza al centro di via Gioacchino Ventura, zona Pineta Sacchetti. Una sistemazione peraltro migliore, che prevedeva anche due pasti caldi e la doccia. Ma alle 23 è stato registrato il loro rifiuto».

La proposta alternativa è in una palestra che comunque dista dalla Stazione Tiburtina 11 chilometri. «Tutto comunque è migliorabile», spiegano. Per questo stasera l'assessore alla persona Laura Baldassarre verificherà personalmente le condizioni dei servizi, partendo alle 21 proprio dalla sala accoglienza temporanea della Stazione Tiburtina, per poi visitare la Stazione Termini e infine il centro di via Gioacchino Ventura.

Dei 24 migranti in attesa, raccontano i volontari di Baobab, «alle 23.30 ci hanno risposto che ne avrebbero accolti 5, quelli che rientrano nella categoria dei vulnerabili. Per altri 13 sono stati accordati posti tra la Stazione Termini e il centro di via Gioacchino Ventura. Nessun posto disponibile invece per gli ultimi cinque. Ma a quell'ora della notte, dopo ore di attesa e con quel freddo, come possono pensare che dei ragazzi che a malapena conoscono Roma possano spostarsi? L'autobus notturno passa molto di rado e alle 6 del mattino avrebbero dovuto lasciare il letto e andar via. Alle 2 del mattino le 24 brandine erano ancora vuote. Alcuni si sono sistemati al di fuori della sala - denuncia ancora il volontario- dormendo l'uno accanto all'altro per tenersi al caldo, privi di materassi».

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