sabato 11 settembre 2010
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«La Russia si è incamminata sulla strada della democrazia». Un concetto che Silvio Berlusconi ha ribadito più volte intervenendo al Forum mondiale sulla democrazia che si è tenuto a Yaroslavl, lasciandosi andare a osservazioni che sono state criticate da molti osservatori, compreso l’ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema, che, seduto in prima fila è stato visto scuotere la testa in segno di diniego, soprattutto per le frasi di Berlusconi sulla situazione della politica e della giustizia in Italia. Berlusconi è comunque andato avanti, elogiando Vladimir Putin e Dmitry Medvedev, ai quali si è rivolto come a grandi amici, con i quali «ho rapporti molto positivi» e «condivido molte posizioni». Con Putin, ha detto, «ho avuto lunghe conversazioni e non sono mai stato colto dal dubbio che in lui ci fosse una volontà meno che democratica». Anzi, Putin e Medvedev devono essere considerati dal popolo russo un vero e proprio «dono del Signore».Berlusconi non ha poi mancato di tornare su un tradizionale cavallo di battaglia, recuperando, in tono di "amarcord", dal G7 di Napoli del 1994, passando per il G8 del 2001, il suo «personale contributo» per superare la guerra fredda e ricucire lo strappo fra Russia e Occidente: in particolare «i rapporti diffidenti con l’amministrazione Bush». «Caro Dmitry – ha aggiunto rivolgendosi a Medvedev – ti ricordi quando ti ho preso per mano con Obama, vi ho fatto fare la fotografia e dissi "dovete andare d’accordo". Poi avete firmato lo Start2?».Medvedev ha sorriso e ringraziato. Non ha però mancato di porre un freno all’entusiasmo di Berlusconi, chiarendo al mondo intero, che il concetto di democrazia parlamentare non è affatto applicabile alla Federazione russa: «Sarebbe una catastrofe».Dicevamo di D’Alema. In margine all’intervento di Berlusconi, l’ex esponente del Pci, ha definito «grave e vergognoso che un capo di governo si esprima all’estero sul carattere democratico dei partiti del suo Paese». Il riferimento è alla frase in cui il premier ha detto di essere «intervenuto per evitare che l’Italia cadesse nelle mani dei comunisti, che erano antidemocratici». Critiche «gravi» anche alla magistratura, «raccontando bugie sui suoi processi» ed è «vergognoso che abbia lanciato frecciate ai suoi alleati. Non c’è Paese civile dove accadano queste cose». E a sera Bersani parla di «schiaffo all’Italia». (R.Zan.)
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