mercoledì 13 marzo 2019
Una 40enne sarebbe stata in balìa di due uomini che le avrebbero usato violenze
Donna ridotta in schiavitù per 20 anni, due arresti
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Dopo venti anni di soprusi, persecuzioni, violenze fisiche, sessuali e morali, una vera riduzione in schiavitù, una quarantenne della Piana di Gioia Tauro ha trovato i coraggio di denunciare i suoi aguzzini e ha trovato ascolto. Così all'alba di stamane, agenti della Polizia della Sezione Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro hanno arrestato R.R., 70 anni, di Cittanova e F.R.D., 55 anni, di Polistena, in esecuzione di un'ordinanza cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria.

La vicenda ha avuto inizio nel 1998 quando la vittima, allora ventenne, di famiglia molto umile, conosceva R.R. in un centro per anziani della Piana di Gioia Tauro che, professandosi "sociologo", si offriva di aiutarla a curare una forma di anoressia di cui era affetta. Da quel momento l'uomo riusciva a conquistare la fiducia dell'intera famiglia della donna che, di lì a poco, sarebbe divenuta la sua vittima, dimostrandosi generoso e protettivo verso tutti gli altri componenti della sua famiglia, anche con piccole somme di denaro, ma soprattutto accreditandosi quale massone, con numerosi agganci tra le forze dell’ordine, la politica, la magistratura e il clero.

Tutto falso, ma questo gli aveva permesso di illudere, soggiogare, fisicamente e psicologicamente, la donna sino ad annullarne la forza di volontà, in quanto letteralmente terrorizzata dalle possibili ripercussioni se non avesse assecondato le richieste del suo "aguzzino-protettore", passato presto da amico a schiavista. Con gravi violenze fisiche ed innumerevoli pretese di prestazioni di natura sessuale, sovente ottenute in maniera violenta. Fino a costringere la vittima ad una cruenta interruzione di gravidanza, attraverso un'operazione clandestina condotta senza alcuna precauzione. La donna subiva e taceva, convinta dall'uomo che nessuno l'avrebbe creduta, forte anche delle sue "conoscenze".

Tutto questo fino al 2017, quando ha cominciato a negarsi. Così sono cominciate le persecuzioni, con la collaborazione di F.R.D., finito agli arresti domiciliari per il delitto di stalking, in concorso con lo stesso R.R.. I due arrestati avevano più volte seguito con la loro auto la donna, l’avevano minacciata anche di morte, portandosi fin sotto la sua abitazione, controllando ogni suo spostamento. E R.R. avrebbe addirittura inviato degli esposti anonimi in procura accusandola di spaccio e detenzione di droga.

Ma quando gli agenti del Commissariato si sono presentati a casa hanno trovato una condizione molto diversa, hanno ascoltato, capito, dando fiducia alla donna che ha trovato il coraggio di denunciare. Indagini serrate degli investigatori guidati dal dirigente Diego Trotta, e coordinate dai Sostituti Gianluca Gelso della Dda di Reggio Calabria e Davide Lucisano della Procura di Palmi, che hanno permesso di ricostruire venti anni di vero inferno. Sono così scattate le manette, con l'accusa gravissima di riduzione in schiavitù. Proprio per questo R.R. malgrado i 70 anni è finito in carcere. Fatto molto raro, a conferma di una storia davvero drammatica.

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