lunedì 11 luglio 2016
"Non posso scordare chi ha commesso l'errore: presto andrò a trovare Amedeo Mancini. Se avesse avuto buone compagnie non sarebbe cresciuto in questo modo". Il sacerdote, come il medico, " va da chi è malato".
Don Vinicio Albanesi: «Andrò a parlare all'assassino»
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«Andrò molto presto a trovare Amedeo Mancini, l’uomo che ha ucciso Emmanuel. Oggi non l’ho fatto perché aspettavamo la convalida o meno della custodia cautelare in carcere. Ora andrò a parlargli». Don Vinicio Albanesi, cofondatore della Comunità di Capodarco, il prete che nel seminario di Fermo aveva accolto otto mesi fa la coppia di nigeriani, si è costituito parte civile nel processo che si aprirà contro l’aggressore, ma non lo abbandona e ripete ciò che aveva detto domenica durante i funerali del giovane nigeriano: «Anche Mancini è una vittima».

Incapace di una cattiveria ragionata

Vittima di se stesso e dell’ambiente in cui è cresciuto: «Mi dicono che in privato è un ragazzo istintivo ma non capace di una cattiveria ragionata. Sono quelle situazioni marginali in cui oggi crescono troppi ragazzi, vite che se ben accompagnate trovano un loro sbocco, ma se restano in balìa di terzi sfociano in tragedie come questa». E così il sacerdote, come il medico, non si occupa dei sani ma dei malati, «di chi ha commesso l’errore». Dal carcere, intanto, Amedeo Mancini ammette la responsabilità morale di quanto è avvenuto e conferma di aver insultato pesantemente Chinyere, suscitando la reazione del suo compagno, ma non la volontà di uccidere. Mette anzi a disposizione della vedova tutto ciò che possiede – fa sapere il suo avvocato, Francesco De Minicis – ovvero «un terzo di casa colonica e un pezzettino di terra lasciatagli dal padre».

I suoi beni alla vedova? Lei non ne sa niente

Dell’offerta la povera Chinyere non sa nulla, è ancora sotto sedativi e le suore che la assistono le risparmiano articoli e servizi televisivi. Don Vinicio invece non si sbilancia: «Vedremo se è sincero o se in questa fase molto mediatica ha accolto qualche suggerimento dalla difesa. Lo capirò incontrandolo, ma intanto devo occuparmi soprattutto di Chinyere, combattuta tra uno spirito cristiano caratteristico della cultura africana, per cui tutto è volontà di Dio, e la rabbia verso chi le ha ucciso l’unico suo bene. Oscilla continuamente tra giustizia e perdono, vedremo».

L'abito di nozze per il lutto

Emergono intanto particolari struggenti, come «l’abito bianco per il lutto: voleva mettersi lo stesso che le avevamo regalato per il giorno della "promessa di matrimonio" con il suo sposo, ma gliene abbiamo trovato un altro...». Emmanuel invece è stato sepolto così, con l’abito bello che aveva indossato quel giorno di festa.

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