giovedì 17 novembre 2016
In occasione della giornata europea per proteggere i minori da sfruttamento e abusi sessuali, il prete che si batte contro la pedofilia lancia l'allarme contro la diffusione dell'orrore online
Don Fortunato Di Noto

Don Fortunato Di Noto

COMMENTA E CONDIVIDI

«La lotta alla pedofilia e pedopornografia? C’è molto da fare a livello globale. Su 9.835 segnalazioni effettuate nel 2015 in tutto il mondo, ci sono ancora 1.170 siti attivi. Da gennaio 2016 sono già 447.138 le foto e i video pedopornografici. Una vera e propria tragedia». Così don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore dell’Associazione Meter Onlus anticipa, con dati inquietanti l’odierna "Giornata europea per proteggere i minori dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali", che si terrà in concomitanza a Firenze con la riunione dell’Osservatorio Nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia.

«Secondo i nostri dati ufficiali – aggiunge il sacerdote – che sono verificati e certificati uno per uno, abbiamo segnalato una produzione recente (da gennaio a novembre 2016) di 354.856 foto, 117.282 video (pari a circa 5.850 ore) a contenuto pedopornografico, centinaia di migliaia di bambini coinvolti. Non c’è nazione che non abbia allocato nei server tali materiali.

L’Europa, lo scorso anno era al primo posto e a seguire la Russia. Età dei bambini : da zero (0) anni (poche ore dalla nascita) fino a un massimo di 13 anni: dall’infantofilia alla pedofilia (si esclude la pornografia minorile)». Dati da fare impallidire perché oggi si sono aggiunti nuovi strumenti di produzione, dal selfie a quello che don Fortunato definisce «corpo digitalizzato». Secondo il sacerdote siciliano «la pedofilia culturale è in aumento: parliamo di siti che ne rivendicano la liceità. Pensate anche alla raccolta fondi pubblicamente sottoscritta dai sostenitori europei fino agli Stati Uniti», denuncia. Continuano la produzione e il coinvolgimento dei bambini. «Occorre maggiore coordinamento tra polizie, normative più uniformi e celerità nell’acquisizione dei dati informatici. Non riteniamo possa esserci per tali crimini tutela della privacy»


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: