mercoledì 18 giugno 2025
Il prete anti-spaccio è stato preso a sassate nel quartiere romano del Quarticciolo. La solidarietà delle istituzioni. «Le tenebre non prevarranno», scrive sui social
Don Antonio Coluccia durante un'iniziativa anti-spaccio

Don Antonio Coluccia durante un'iniziativa anti-spaccio - IMAGOECONOMICA

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Ancora un'aggressione a don Antonio Coluccia, il prete salentino che da anni si batte contro lo spaccio di droga nelle periferie della Capitale. È accaduto martedì notte al Quarticciolo dove il sacerdote era andato per incontrare alcuni residenti esasperati dalla situazione dello spaccio organizzato tra le case popolari. Quando è entrato nei lotti, accompagnato dalla scorta che lo protegge da anni, si è trovato in una area buia - l'illuminazione pubblica non c'è perché viene puntualmente sabotata dagli spacciatori che preferiscono lavorare al buio - a quel punto alcune vedette che presidiano la piazza di spaccio hanno lanciato delle pietre verso di lui. Fortunatamente, secondo quanto si è appreso, nessuno è rimasto ferito. Dopo il lancio delle pietre sono iniziate delle urla «prete infame» e l'arrivo di decine di ragazzi alcuni dei quali con grandi cani al guinzaglio.

«Esprimo la mia piena solidarietà a Don Antonio Coluccia», afferma il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia, il senatore Marco Scurria. Il sacerdote, ricorda, «da tempo combatte contro i clan andando nelle piazze di spaccio, parlando con i residenti e cercando di salvare ragazzi, spesso minorenni, dal reclutamento nella delinquenza». Solidarietà è stata espressa anche dal vicepremier Matteo Salvini: «Solidarietà al grande Don Coluccia, prete coraggioso aggredito da criminali che temono il suo impegno anti-spaccio. Abbiamo il dovere di aiutarlo con leggi come il decreto Sicurezza, e sono pronto ad accompagnarlo nel suo prossimo blitz per la legalità al Quarticciolo». Di «intollerabile aggressione» parla il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. «Le pietre lanciate contro questo coraggioso prete al Quarticciolo - aggiunge il Governatore - non fermeranno la voglia di legalità che alberga nella maggior parte dei cittadini dei quartieri "difficili" in cui don Coluccia opera. Il suo coraggio e la sua tenacia sono un faro capace di illuminare qualsiasi zona d'ombra. La voglia di sicurezza e dignità avranno la meglio. La Regione Lazio denuncia con fermezza queste violenze e resterà sempre al fianco di chi, come don Coluccia, opera per il bene della comunità».

In serata, lo stesso sacerdote ha ribadito il proprio impegno contro lo spaccio nella Capitale. «Sono tornato a Quarticciolo Roma - ha scritto su X -. Ero lì per incontrare alcuni residenti esasperati dalla situazione. Le vedette hanno iniziato a lanciare le pietre e qualcuno mi ha urlato prete infame - ha aggiunto - Proseguirò il cammino. Le tenebre non prevarranno».

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