Ex Ilva: la Procura di Taranto dice no al dissequestro dell'altoforno 1

A poche ore dall'ufficializzazione dell'investitore in trattativa per la vendita, i magistrati bloccano la richiesta. L'azienda prosegue con un solo forno
December 30, 2025
Ex Ilva: la Procura di Taranto dice no al dissequestro dell'altoforno 1
Un altoforno dello stabilimento Ilva a Taranto / ANSA
Dopo un primo rigetto ad agosto, è arrivato un altro "no" da parte della Procura di Taranto alla nuova richiesta di dissequestro dell'altoforno 1 dell'ex Ilva, avanzata ai magistrati dai legali di Acciaierie d'Italia. L'azienda marcia con un solo forno, il numero 4, dallo scorso 7 maggio, quando un incendio senza feriti danneggiò una delle tubiere e spinse la Procura a disporre il sequestro senza facoltà d'uso. La "tegola" piomba su Acciaierie d'Italia, che farà ricorso al Gip, proprio nelle ore in cui sta per essere ufficializzato il nome dell'investitore con il quale, dopo il via libera di ieri dei comitati di sorveglianza di Acciaierie e di Ilva, i commissari delle amministrazioni straordinarie delle due società tratteranno in esclusiva la vendita dell'azienda.
L'altoforno 1 era rimasto chiuso a lungo per essere riattivato, prima dell'incendio, il 15 ottobre 2024. Negli sorsi mesi, la Procura ha eseguito una serie di campionamenti e rilievi sul forno, avendo nominato come consulenti Paola Russo, professoressa ordinaria di Chimica industriale all'università La Sapienza di Roma, e Donato Firrao, già docente di Metallurgia al Politecnico di Torino. Sul caso, si era espressa anche la politica. «È ovvio che quella decisione (il sequestro dell'altoforno, ndr) - commentava il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, lo scorso 12 novembre - ha ridotto le capacità produttive dello stabilimento, fattore che ha costretto i commissari a rivedere i piani aziendali che si erano basati su due altiforni in funzione e non più solo su uno, come determinato dalla Procura, e a chiedere un ulteriore ricorso alla cassa integrazione». A difendere il lavoro della Procura dando anche ragione dei tempi di intervento, invece, è stata negli scorsi mesi Eugenia Pontassuglia, procuratrice capo di Taranto: «L'evento in questione (l'incendio dello scorso 7 maggio, ndr) aveva esposto a evidenti rischi per la propria incolumità i lavoratori interni nonché quelli delle aziende terze presenti in tali luoghi sulla traiettoria delle emissioni incendiarie di gas e di materiale solido».

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