venerdì 23 marzo 2012
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​La strada in discesa per il divorzio, con la riduzione dei tempi a un anno (o due per chi ha figli ancora minorenni), è un’ipotesi che non piace all’avvocato matrimonialista di lungo corso e presidente del Centro per la riforma del diritto della famiglia Anna Galizia Danovi.Avvocato, perché?Non ritengo che questa sia la giusta soluzione. E mi spiego subito. Sono perfettamente d’accordo sulla necessità che nel nostro Paese vengano potenziate le procedure attraverso cui risolvere i conflitti familiari: mi riferisco per esempio ai tribunali, alle risorse, ai servizi di accompagnamento alle coppie. Queste cose sì, dovrebbero funzionare al meglio, per garantire alle persone di vivere nel miglior modo possibile l’evento traumatico di un conflitto. Ma velocizzare il divorzio, questo mi sembra comporti innumerevoli rischi.Quali?Il primo è quello della deresponsabilizzazione. E qui va detto che il divorzio all’italiana è già per sua natura esposto a un simile pericolo: a differenza di quel che accade negli altri Paesi, infatti, dove il divorzio è di tipo “colpevole”, cioè mira a individuare la responsabilità e per così dire la colpa di uno o di entrambi i coniugi, da noi il divorzio nasce proprio come divorzio-rimedio, alla presa d’atto di un periodo di separazione più o meno lungo che non ha portato il riavvicinamento dei coniugi. La stessa separazione, d’altronde, in Italia ha perso i suoi connotati: è sempre più difficile attribuire un addebito di responsabilità a uno dei due coniugi. Risultato? Si è come “assolti” da ogni impegno, non importa se preso davanti alla legge o davanti a Dio. È evidente che col divorzio breve questa logica sarebbe avallata.E l’impatto sociale sarebbe gravissimo...Lo è già, in effetti. Da un lato abbiamo il dilagare di una sfiducia nella coppia e nella famiglia, testimoniata dall’aumento esponenziale delle unioni di fatto. Che esempio diamo, d’altronde, ai nostri figli se per legge trasformiamo il divorzio in una rapida vicenda burocratica? E poi l’aspetto più grave: è sotto gli occhi di tutti come a fronte di una velocizzazione dei tempi di dissolvimento della coppia, e a fronte della difficoltà dei tribunali a riconoscere la responsabilità (quindi i diritti e i doveri) di ciascuno, si stia velocizzando anche lo sfogo degli istinti più barbari e stiano aumentando le violenze in famiglia.E gli altri rischi?Quello della burocratizzazione del diritto di famiglia. Mi chiedo se finiremo come in Russia, dove per divorziare basta una firma, senza nemmeno l’intervento di merito di un giudice specializzato. Uno scenario sconfortante.
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