martedì 26 ottobre 2010
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Volti coperti dalle sciarpe dei centri sociali, bambini o poco più a fare il tiro a segno sui poliziotti e adesso la camorra. C’è tanta gente semplice che difende la sua terra, tra chi manifesta a Terzigno, qualcuno di loro anche col Rosario fra le mani. Ma adesso praticamente è più che ufficiale come per la criminalità organizzata l’immondizia valga tanto oro quanto pesa, anzi forse qualcosa di più, ammesso che ne servisse un’altra conferma. Visto che ieri la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli ha aperto un fascicolo sulle probabili infiltrazioni della camorra tra i responsabili degli scontri con le forze di polizia durante le proteste contro la discarica a Terzigno. Le ipotesi di reato sono ovvie e vanno dai danneggiamenti alla resistenza a pubblico ufficiale, dalla detenzione di armi all’interruzione di pubblico servizio, il tutto aggravato dal metodo e dalla finalità mafiosi. Per un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Rosario Cantelmo e che promette alcune sorprese.Eppure nella guerriglia urbana a Terzigno si è visto di tutto. Ragazzini di dodici, tredici anni tirare sassi alla Polizia. Ragazzini quattordicenni sui motorini con le taniche di benzina. Giovanotti con la kefiah sparare fuochi d’artificio ad altezza d’uomo su agenti, carabinieri e giornalisti. Una strana, varia umanità messa insieme dalla voglia di far caos e male con la scusa di cavalcare la protesta. La parola d’ordine è spaccare quanto più possibile. Aggredire. Da ieri mattina all’alba anche fare imboscate, come alle due auto della Polizia. Troppo e troppo strategicamente preciso per essere roba da gente comune che abbia perso la pazienza: tant’è che li hanno arrestati in tre per quell’agguato ed hanno 24, 18 e 22 anni. Gli agenti in borghese e a bordo di auto civili percorrevano via Carotenuto e loro li hanno bloccati spuntati su motorini dalle piccole strade laterali, inscenando qualche minuto di violenta follia, armata di spranghe, costata a poliziotto contusioni e ferite ad un occhio.Così anche le forze dell’ordine adesso stanno cambiando registro: da ieri pomeriggio ci sono assai più uomini in borghese che lavorano per stanare infiltrati e infiltrandi. Mentre i manifestanti ripetono il no violenze e prendono le distanze da chi ha realizzato vere e proprie imboscate nei confronti di agenti e carabinieri.Segnali che in parecchi avessero voglia di scatenarsi ce n’erano già parecchi, come le certezze che ad averlo fatto ci avevano già pensato durante gli scontri dell’emergenza rifiuti d’inizio 2008. Appena pochi giorni fa il Procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore, aveva spiegato che a Terzigno la protesta «aveva carattere spontaneo», però anche ripetuto che «le azioni di guerriglia non sono organizzate da forze camorristiche, ma da altre forze, quelle che quando ci sono situazioni di emergenza intervengono sempre». Gli stessi concetti che poi avrebbe ribadito il questore Santi Giuffrè: «Certo è che tutti quelli che hanno interesse ad evidenziare i problemi sociali non si tirano indietro». Come, ad esempio, certi centri sociali della rete campana.Ancora. Basta dare un’occhiata alle informative dei carabinieri da un mese a questa parte per avere conferme di quanto sia «possibile» l’alleanza fra centri dell’associazionismo estremo ambientalista e centri sociali. Parola anche del Prefetto di Napoli: «Pur non potendo escludere la mano della camorra - secondo Andrea De Martino - dietro la guerriglia di questi giorni c’è l’indole davvero violenta di comitati e centri sociali». Detto questo, che l’affare smaltimento dei rifiuti ingolosisca la camorra è un fatto: «Il settore è concretamente esposto alle mire delle organizzazioni camorristiche», che tentano (e troppo spesso ci riescono) di aggirare le norme antimafia.Il futuro immediato promette insomma poco di buono. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso avvisa che con la situazione attuale si andrà avanti fino all’estate (Napoli a parte, dove si risolverà nel giro di pochi giorni). E neppure il governatore Stefano Caldoro non può prenderla troppo alla larga: «È necessario realizzare due termovalorizzatori e ci vogliono da ventiquattro a trentasei mesi. Abbiamo, quindi, ancora una fase difficile che dobbiamo gestire con grande attenzione». Esattamente quella fase cioè che preoccupa investigatori e inquirenti. Scontato quindi che si continui a chieder una mano agli stessi manifestanti con la parola d’ordine, ribadita fino alla noia, di protestare, sì, ma «isolando i violenti».Lanciando nel frattempo anche qualche timido segnale distensivo: ieri i primi camion carichi di terreno vegetale e argilla sono entrati nella discarica Sari, a Terzigno, per ricoprire i rifiuti e mettere un freno al puzzo che rendono irrespirabile l’aria da mesi. Non è molto, ma forse è stato il motivo della tregua di ieri, giornata senza scontri (degni di nota) dopo parecchio tempo...
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