martedì 24 aprile 2012
Secondo la Suprema Corte, vi è stato "un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell'Utri". Lo si legge nella motivazione della sentenza che ha annullato con rinvio la condanna a 7 anni di reclusione pronunciata dalla Corte d'appello.
COMMENTA E CONDIVIDI
Marcello Dell'Utri ha svolto una "attività di mediazione": vi è stato "un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell'Utri". È quanto sottolinea la quinta sezione penale della Cassazione, nelle motivazioni della sentenza con la quale è stata annullata con rinvio, il 9 marzo scorso, la condanna a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa pronunciata dalla Corte d'appello di Palermo il 29 giugno del 2010.I giudici della Cassazione avevano annullato la sentenza, con rinvio, perché non è stato provato il concorso esterno in associazione mafiosa per gli anni tra il 1977 e il 1982, quando Dell'Utri non lavorava per Berlusconi. Nella sentenza n. 15727 depositata oggi lunga ben 146 pagine, la Corte Suprema rileva che l'assunzione di Vittorio Mangano ad Arcore "indipendentemente dalle ricostruzioni dei cosiddetti pentiti è stata congruamente delineata dai giudici come indicativa, senza possibilità di valide alternative", del suddetto accordo. Dell'Utri "di quella assunzione è stato l'artefice" scrive la Cassazione.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: