mercoledì 17 ottobre 2012
​Tutto da rifare, o quasi. Il lavoro complesso della commissione Affari sociali della Camera sul "decreto Balduzzi", fatto di emendamenti e modifiche migliorative, si scontra contro l’altolà dell’Economia. Uno stop giustificato con la previsione di maggiori oneri per lo Stato.
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Tutto da rifare, o quasi. Il lavoro complesso della commissione Affari sociali della Camera sul "decreto Balduzzi", fatto di emendamenti e modifiche migliorative, si scontra contro l’altolà dell’Economia. Uno stop giustificato con la previsione di maggiori oneri per lo Stato, che spiazza i deputati della commissione, divisi su quali punti difendere a oltranza e su quali cedere. E il parere della commissione Bilancio, arrivato ieri in tarda serata, vincola il suo sì alla cancellazione di diverse modifiche, in primis sulle pensioni, cioé la deroga alla riforma Fornero e l’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile dei medici, con l’opzione a 70. A rischio anche alcune norme del pacchetto contro le ludopatie. Oggi il testo arriva in aula ed è probabile che il governo ponga la fiducia.Il documento del ministero dell’Economia, dunque, ieri ha di fatto bocciato il lavoro dei deputati, accusandoli di avere reso il decreto troppo «oneroso». Nel pomeriggio la commissione Bilancio si è riunita più volte, fino a sera, per discutere come armonizzare il testo ai numerosi rilievi arrivati dal ministero dell’Economia e dalla Ragioneria dello Stato. Poi lo sblocco e la fiducia, condizionata alla cancellazione delle onerose norme sulle pensioni. L’Udc insiste perché sia posta sul testo così come è stato votato: «Sul decreto Sanità ci auguriamo che il ministro Balduzzi non abbia atteggiamenti ideologici», dice il capogruppo Gian Luca Galletti. «Il lavoro delle commissioni parlamentari – ribadisce – va rispettato. Noi ci attendiamo che il governo ponga la fiducia sul testo approvato da queste ultime. Se ciò non accedesse ci troveremmo di fronte a una grande scorrettezza istituzionale». I commissari della Affari sociali ieri sono arrivati in massa alla riunione, per spiegare la ratio dei loro emendamenti. A rendere visibile la difficoltà del momento è stato l’arrivo in commissione dei ministri della Sanità Renato Balduzzi, dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda e del sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo. Sul fonte dei contenuti, comunque, sono diversi sono i nodi da sciogliere, che aumenterebbero i costi per lo Stato. Il braccio di ferro ha visto da una parte i deputati della commissione Affari sociali, decisi a difendere le prerogative del legislatore di fronte ai rilevi contabili. Dall’altra il sottosegretario all’Economia Polillo, a recitare il ruolo di chi stringe i cordoni. Una norma destinata a saltare dunque è la deroga alla riforma delle pensioni per i dipendenti del servizio sanitario. Il ministro Elsa Fornero già aveva espresso critiche molto dure, ricordando che non si possono privilegiare categorie di lavoratori rispetto ad altri, a maggior ragione nel momento in cui il governo deve risolvere problemi più gravi come quello degli esodati. Lo stesso ministro Balduzzi non aveva espresso parere favorevole sul punto, rimettendosi alle decisioni dei deputati. Altra condizione posta è l’innalzamento a 67 anni della pensione dei medici.A rischio ci sarebbe anche la norma che aumentava il contenuto di succo di arance nelle aranciate, dal 12 al 20%. Così come la delicata questione dei farmaci off label, usati per terapie diverse da quelle per cui sono stati autorizzati. Voluta da Balduzzi per contenere i costi, era stata cancellata in commissione Affari sociali da Pdl e Udc per il timore di usi impropri e "ideologici".Ma nel mirino della Bilancio c’è anche il "pacchetto ludopatie", cioè gli articoli che introducono norme per contenere gli eccessi dell’azzardo di Stato (100 i miliardi giocati quest’anno dagli italiani). Fin dall’inizio, com’è noto, l’Economia aveva espresso, più o meno velatamente, timori per una riduzione delle entrate in caso di flessione del gioco. A rischio nel decreto ci sarebbero il fondo dedicato alla cura dei ludopatici, come pure le misure per scoraggiare il gioco da parte dei minori. Secondo Pier Paolo Baretta però, capogruppo per il Pd in commissione Bilancio, del pacchetto ludopatie dovrebbe essere salvata l’impostazione: anche se ci sono problemi di copertura, spiega, va salvato il valore morale delle norme.
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