venerdì 4 ottobre 2019
Di Maio e Bonafede presentano il decreti interministeriale con cui si riducono a quattro mesi i tempi per il rientro nel Paese d'origine e per l'asilo. Fondo ad hoc per 50 milioni
Rimpatri più veloci verso 13 Paesi dell'Africa e dell'Est Europa
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Rimpatri più veloci e minore attesa per la procedura di richiesta di protezione internazionale. Farnesina e ministero della Giustizia, in collaborazione con il Viminale, hanno infatti firmato stamattina un decreto interministeriale per facilitare il sistema dell'accoglienza e dei rimpatri degli immigrati. «Un lavoro di squadra», dice il ministro degli Esteri Luigi di Maio, firmando il decreto che «permette di portare le misure per stabilire se un migrante può stare in Italia da due anni a 4 mesi». Un documento, aggiunge, che «non urla ma fa i fatti», ma che non si vuole mettere in contrapposizione con altri decreti, in primis quello sicurezza su cui «recepiremo le osservazioni del presidente della Repubblica». Il responsabile della della Farnesina, che poi comunque una stoccata all'ex ministro degli Esteri sottolineando che «negli ultimi quattordici mesi è stato tutto fermo sui rimpatri, siamo ancora all'anno zero», elenca anche i 13 Paesi con cui si prevede di accorciare i tempi dei rimpatri: Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia e Ucraina.

«Con questo decreto, avendo un elenco di Paesi sicuri, si permette di dimezzare tutta la procedura» della protezione internazionale, è la sottolineatura del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede presentando il decreto migranti alla Farnesina con Di Maio, aggiungendo che «questo decreto ha importanti ricadute anche sul sistema giustizia». Essendoci i porti sicuri, insomma, è il seguito del ragionamento «sarà più semplice esaminare una domanda quando, in mancanza di prova contraria, si ritiene che non ci siano i presupposti». Negli ultimi anni c'è un incremento importante di queste domande - da luglio il numero è arrivato a toccare quota 70 mila, il dato fornito dal Guardasigilli - «con questo decreto i nostri magistrati avranno la possibilità di smaltire queste domande con più facilità».



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