giovedì 14 luglio 2016
​Alla Camera l'iter per l'approvazione del testo. Stanziato un miliardo di euro a partire dal 2017. Pd e M5s divisi sull'applicazione concreta della misura.
Ddl povertà, sì al reddito di inclusione
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Un reddito minino di inclusione, una misura di intervento mirata per combattere quella povertà che come rivelano i dati dell'Istat è sempre più radicata in Italia. Alla Camera continua l'iter del ddl povertà. Prima l'aula del Parlamento ha respinto le questioni pregiudiziali presentate da Lega e Si, dopo si è arrivati agli emendamenti. L'introduzione di una misura nazionale di contrasto dellapovertà", denominata "reddito di inclusione" è stata approvata con 226 si dei deputati della maggioranza, contro i 50 dei gruppi di opposizione. L'obiettivo della maggioranza è fare presto, lo scoglio da superare ancora una volta l'opposizione frontale del M5s. Oggetto del contendere appunto il reddito minimo: ancora non si sa se riguarderà anche gli stranieri presenti legalmente in Italia ma certamente questa proposta ha riacceso il confronto più che polemico tra il Pd e l'M5s, da sempre fautore del reddito minimo di cittadinanza. Il Pd difende la sua proposta che ha regole, destinatari identificati e norme di applicazione contro l'erga omnes proposto dal M5s. E lo scontro si riaccende. I grillini accusano il Pd di "riciclare" la social card del 2012. La commissione Affari Sociali ha accantonato la gran parte dei circa 200 emendamenti presentati al testo. Tra questi molti proposti da Ap per colpire quelle furbizie che aggirano la tutela dei più deboli: dai matrimoni tra ragazze giovani e ultra sessantenni alle finte separazioni per avere ritorni nelle graduatorie del welfare alla revisione per la reversibilità per gli assegni familiari per gli studenti oltre una certa età. E' stato invece approvato un emendamento a favore delle famiglie indigenti con figli disabili a carico. Il testo prevede anche per la prima volta il riconoscimento tra le persone a rischio povertà le donne in stato di gravidanza accertata. "Per la prima volta viene approvata in Italia una misura reale per la prevenzione dell'aborto da cause socio economiche, prevenzione che era ipocritamente tra gli obiettivi della stessa a Legge 194 del 1978, ma che nei fatti non era stata mai realizzata: Implicitamente, la legge-delega riconosce il nascituro come portatore di diritti e meritevole di tutela" sottolinea in una nota il deputato del gruppo parlamentare Democrazia Solidale-Centro Democratico e presidente del Movimento per la Vita italiano, Gian Luigi Gigli. La legge di Stabilità per il 2016 ha istituito il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale stanziando un miliardo di euro dal 2017. Il Fondo verrà incrementato di anno in anno per arrivare a coprire la platea di tutti i nuclei familiari in condizione di povertà assoluta, a partire da quelli con figli minori o disabili gravi, o con disoccupati ultra cinquantacinquenni. Viene anche previsto un riordino del funzionamento nel sistema dei servizi sociali con un nuovo e più stringente sistema di controlli e verifiche per gli aventi diritto. Non sono mancate le polemiche della Lega, che ha accusato il governo di spendere il quadruplo (vale a dire 4 miliardi) per l'assistenza ai migranti.  "Apriamo le porte a tutti e mettiamo al primo posto i clandestini discriminando i nostri cittadini" ha detto il deputato Marco Rondini illustrando la pregiudiziale presentata dalla Lega.
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