venerdì 26 agosto 2016
​Galadini (Istituto nazionale di Vulcanologia): non hanno preso sul serio i nostri appelli. "Impensabile che una scuola del 2012 crolli".
La mappa delle basiliche e delle chiese devastate
«Norcia ristrutturava, Amatrice no»
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«Ho molta rabbia. Il motivo della mia rabbia è che sono venti anni, dal 1997, che vedo sempre gli stessi muri, costruiti nella stessa maniera, cadere negli stessi posti. E dopo venti anni quando vedi questo, se sei un uomo di scienza ti chiedi se serve quello che fai. Mi scusi se dico questo ma spiega la mia rabbia». Così si sfoga Fabrizio Galadini responsabile della sede dell’Aquila dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Sette anni fa, come riportato ieri da Avvenire , dopo il grave terremoto aquilano del 6 aprile 2009 e un lungo sciame sismico nella zona di Amatrice nell’estate successiva, venne chiamato a spiegare ai cittadini e alle amministrazioni locali cosa stava succedendo e parlò della possibilità «di un terremoto della massima intensità nella Laga », proprio dove è accaduto due giorni fa. Aveva ragione... Purtroppo sì. Avevo ragione... Conoscete bene quell’area? Sei mesi fa sono stato ad Amatrice per dei rilevamenti geologici sulla faglia. La tenevate sotto controllo? La seguiamo dagli anni ’90 e abbiamo fatto uno studio dettagliato sul terremoto del 1639 che fu importante ma meno forte di questo. Abbiamo fatto delle ricerche storiche e anche di archeologia dell’architettura, finalizzata a vedere quali erano le tracce di quel terremoto sulle chiese e i monumenti. Il nostro rapporto con quella zona è stato continuo. Che tracce c’erano? La cosa più evidente è che il terremoto del 1639 non aveva generato la distruzione totale di Amatrice e degli altri paesi della zona. Molti monumenti che erano precedenti per costruzione al XVII secolo, erano passati quasi indenni per quel sisma, non c’erano stati crolli di muri. Ora mi sembra che il quadro sia ben diver- so, molto più grave di quello che emergeva da un’analisi delle murature. Ma la faglia è sempre quella? Sì. Il terremoto si è generato dalla faglia della Laga ma si è mossa anche quella del Vettore, quella che borda la piana di Castelluccio. E infatti le repliche sono sia nella piana di Amatrice che in quella di Castelluccio. Ora stiamo raccogliendo i dati per poi analizzare cosa esattamente è successo. Comunque sono faglie a voi ben note... Sicuramente e entrambe le abbiamo classificate come attive da almeno venti anni. Sono attive perchè i dati geologici evidenziano che si sono mosse più volte nel corso degli ultimi millenni. Cosa le faceva dire nel 2009 che la situazione era preoccupante? Se lei prende la faglia di Amatrice, ha una zona come quella di Amatrice che era stata colpita dal sisma del 1639 però poi si sviluppa verso sud in un settore in cui sicuramente non c’era traccia di forti eventi storici. Quindi quella faglia aveva come una sorta di gap, di 'buco' di sismicità, di ritardo.Vista poi la prossimità con la faglia del terremoto dell’Aquila, e visto che le faglie si parlano, io dicevo «stiamo attenti, sono faglie vicine, c’è una sismicità in atto anche nella faglia della Laga verso sud, quindi bisogna stare attenti». E dopo che successe? Ci fu una grandissima quantità di piccoli terremoti, ogni giorno. Ma diversamente da quanto accaduto all’Aquila dove i piccoli terremoti sono poi sfociati in quello forte del 6 aprile, nel caso di Amatrice tutta quella sismicità non ha generato un terremoto forte, si è spenta. Questo per far capire che non è vero che i terremoti forti sono sempre preceduti da sciami sismici. A l’Aquila è stato così, ad Amatrice no. Purtroppo le nostre conoscenze sul processo sismogenetico sono ancora vaghe. Non siamo in grado di usare queste informazioni per prevedere un terremoto al contrario di quello che dice qualcuno che però non appartiene alla nostra comunità scientifica. Comunque eravate preoccupati, e avevate avvertito del rischio. In questi sette anni non sembra però che vi abbiano ascoltato... Glielo sottoscrivo. Su questo il confronto tra Norcia e Amatrice è impietoso. Sicuramente Norcia è stata investita da una scossa meno importante ma è evidente che c’è stato un tipo di attenzione nel centro storico per una buona edificazione e riedificazione, e per il consolidamento degli edifici storici, una ricostruzione virtuosa che indubbiamente ad Amatrice non c’è stata. Su questo non c’è alcun dubbio. E non parlo solo di Amatrice ma anche di Accumuli e di tanti centri storici che vivono la stessa condizione. Io vivo in un paesino della Marsica, una frazione di Magliano dei Marsi, dove se ci fosse una scossa non resterebbe nulla in piedi, meno casa mia che era un rudere che ho però consolidato. Sicuramente è mancata questa attenzione e invece l’esperienza di Norcia dimostra che sui muri antichi, sugli edifici storici in realtà si può comunque intervenire in un’ottica preventiva senza dover per forza demolire e costruire cose nuove in cemento armato. E magari come la scuola di Amatrice definita antisismica e invece crollata... Ho letto che è stata aperta un’inchiesta. È doveroso. Una scuola inaugurata nel 2012 non può cadere. È proprio impensabile. Lì c’è qualcosa che non ha funzionato che le indagini chiariranno.
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