sabato 2 ottobre 2010
Un organo artificiale permanente è stato innestato nel petto di un ragazzo all'ospedale pediatrico "Bambino Gesù" di Roma.
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Un cuore artificiale permanente e intratoracico è stato impiantato per la prima volta al mondo su un paziente in età pediatrica. L’intervento è stato eseguito a Roma dall’equipe cardiochirurgica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù su un ragazzo di 15 anni, affetto da una patologia generale che ne impediva l’iscrizione in lista d’attesa per un trapianto di cuore. Di qui la scelta del Bambino Gesù di offrire al giovane paziente l’unica alternativa terapeutica al processo degenaritivo che avrebbe portato al decesso in breve tempo. Non si tratta dunque di un “ponte” in attesa di un trapianto, bensì di una soluzione terapeutica definitiva.  L’intervento, eseguito nella giornata di giovedì 30 settembre è iniziato alle ore 8 e si è concluso alle ore 18 con l’impianto del cuore artificiale della lunghezza di 4 cm all’interno del ventricolo sinistro e il collegamento con l’aorta ascendente.  L’apparecchio, una pompa idraulica attivata elettricamente, è interamente collocato all’interno del torace in modo da ridurre i rischi di infezione. L’alimentazione elettrica è realizzata attraverso uno spinotto collocato dietro il padiglione auricolare sinistro al quale è collegata la batteria che il paziente porta alla cintura. L’intervento realizzato al Bambino Gesù, punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca e la cura di bambini e ragazzi, spalanca nuove prospettive terapeutiche e di speranza di vita per tutti quei pazienti con patologie cardiache per le quali è fino a oggi essenziale un trapianto e per quei soggetti – è il caso del paziente impiantato con cuore artificiale giovedì – non candidabili per ragioni cliniche a poter ricevere un cuore da un donatore. Fino a oggi questo intervento era stato realizzato solo in pazienti adulti. La peculiarità della soluzione tecnologica e chirurgica adottata al Bambino Gesù sta nella ridotta invasività dell’apparecchio e delle modalità di alimentazione che ne abbattono sostanzialmente i rischi infettivi che rappresentano la prima causa dei fallimenti di soluzioni alternative finora sperimentate nel mondo.  Considerate le condizioni generali del paziente e il carattere assolutamente innovativo dell’intervento la prognosi è ancora strettamente riservata.
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