martedì 30 settembre 2014
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Non ha i titoli necessari per essere componente del Csm Teresa Bene, uno degli 8 laici eletti dal Parlamento, e dunque è stata dichiarata ineleggibile dal primo plenum, presieduto dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che ha approvato all'unanimità la relazione della Commissione verifica titoli, nominata giovedì scorso subito dopo l'insediamento al Quirinale e formata da Maria Rosaria Sangiorgio (Unicost), Claudio Galoppi (Mi) e Pierantonio Zanettin (Fi). Bene, eletta in quota Pd, non ha infatti i requisiti richiesti dalla legge: non è professore ordinario ma associato e non ha esercitato effettivamente la professione di avvocato per 15 anni. Il plenum per l'elezione del vicepresidente si svolgerà dunque con un componente in meno. Teresa Bene dovrà ora essere sostituita da un nuovo voto delle Camere. "Sono molto rammaricato per quel che è accaduto". Giorgio Napolitano non nasconde il disappunto per il 'caso Benè. "Mi permetto di dire - osserva in chiusura della cerimonia di insediamento del nuovo plenum, a Palazzo dei Marescialli - che può esserci stata qualche frettolosità e disattenzione nel pur così laborioso processo di selezione da parte del Parlamento dei suoi rappresentanti nel Consiglio superiore dalla magistratura".Una decisione "errata, infondata e strumentale" con la quale "i miei diritti sono stati platealmente violati". Lo ha detto il consigliere laico del Csm Teresa Bene replicando in plenum alla proposta di ineleggibilità formulata a suo carico dalla Commissione verifica titoli e poi approvata all'unanimità dall'assemblea. "Spiace moltissimo constatare che questo avvenga in un organo di rilevanza costituzionale" ha aggiunto Bene, che poi al momento del voto ha lasciato l'aula.
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