mercoledì 23 maggio 2012
Rigettati i ricorsi presentati da Giuseppe La Serra, progettista della sopraelevazione, Mario Marinaro, capo ufficio tecnico comunale e i costruttori Carmine Abiuso e Giovanni Martino. Tutti quanti devono quindi scontare cinque anni. Nel disastro, avvenuto a seguito del terremoto del 31 ottobre 2002, morirono 27 bambini e una maestra.
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​La terza sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni di reclusione ciascuno nei confronti di quattro imputati nel processo per il crollo della scuola Francesco Jovine, di San Giuliano di Puglia, avvenuto a seguito del terremoto del 31 ottobre 2002, in cui morirono 27 bambini e una maestra. La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi presentati contro la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Salerno a carico di Giuseppe La Serra, progettista della sopraelevazione della scuola, Mario Marinaro, capo ufficio tecnico comunale e i costruttori Carmine Abiuso e Giovanni Martino. Tutti quanti devono quindi scontare cinque anni.La Cassazione si era già occupata del caso nel gennaio 2010, quando, pur confermando la responsabilità degli imputati, aveva inviato gli atti alla Corte d'Appello di Salerno per una rideterminazione delle pene: La Serra e Marinaro, infatti, nel primo processo d'appello erano stati condannati a sei anni e dieci mesi, mentre Martino e Abiuso a cinque anni. La riduzione della pena stabilita dai giudici salernitani è stata quindi confermata dalla Cassazione. Già definitiva era invece la condanna a due anni e undici mesi di carcere per l'ex sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonio Borrelli, che nella tragedia perse una figlia. I giudici della Cassazione con la loro pronuncia di oggi hanno eliminato la pena accessoria per gli imputati dell'interdizione dai pubblici uffici.
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