martedì 30 marzo 2010
Una porzione di soffitto della Domus Aurea, l'edificio voluto da Nerone dopo l'incendio che nel 64 dopo Cristo distrusse gran parte di Roma, è crollata. Il crollo interesserebbe il soffitto di una galleria lunga oltre un centinaio di metri. Nel crollo non dovrebbero essere rimaste coinvolte persone.
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Una porzione di soffitto della Domus Aurea, l'edificio voluto da Nerone dopo l'incendio che nel 64 dopo Cristo distrusse gran parte di Roma, è crollata. Il crollo interesserebbe il soffitto di una galleria lunga oltre un centinaio di metri. Nel crollo non dovrebbero essere rimaste coinvolte persone. Il crollo ha interessato le volta di quella che è denominata "quindicesima stanza": a cadere è stata la volta della galleria, probabilmente a causa del cedimento del terreno sovrastante. I vigili del fuoco sono al lavoro con unità cinofile e geofoni per capire se sotto la frana, che ha un ampio fronte, vi siano delle persone. Le ricerche hanno al momento dato esito negativo. Domus Aurea (Casa Dorata in latino) era un grande palazzo costruito in mattoni - e non in marmo - nei pochi anni tra l'incendio e il suicidio di Nerone nel 68; gli estesi rivestimenti in oro che le diedero il suo nome non erano gli unici elementi stravaganti dell'arredamento: vi erano soffitti stuccati incrostati di pietre semi-preziose e lamine d'avorio. La residenza dell'imperatore giunse a comprendere il Palatino, le pendici dell'Esquilino (Oppio) e parte del Celio, per un'estensione di circa 2,5 km quadrati pari a 250 ettari. La maggior parte della superficie era occupata da giardini, con padiglioni per feste o di soggiorno. Nerone commissionò anche una colossale statua in bronzo di 37 metri raffigurante sé stesso, vestito con l'abito del dio-sole romano Apollo, il Colossus Neronis, che fu posto di fronte all'entrata principale. La Domus diventò poi sotterranea perchè ridotta a fondamenta, a scarico delle terme di Traiano.
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