martedì 20 aprile 2021
I principali temi sul tavolo: i "pass" per gli spostamenti tra regioni non gialle, la scuola e i trasporti, l'orario del coprifuoco. La bozza domani al Consiglio dei ministri che varerà il decreto
Napoli, 19 aprile

Napoli, 19 aprile - Ansa

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Tornano le zone gialle e arriva la "certificazione verde" per gli spostamenti tra le Regioni. È quanto si legge in una bozza, ancora suscettibile di modifiche, del decreto legge Covid atteso in Cdm domani. Le misure, scaglionate a partire dal 26 aprile come anticipato la scorsa settimana dal governo, dovrebbero avere validità fino al 31 luglio. Fino a questa data infatti dovrebbe essere disposta la proroga dello stato d'emergenza Covid.

Ecco i provvedimenti principali che arriveranno domani al Consiglio dei ministri per l'approvazione o un'eventuale modifica:

Nelle zone gialle fino al 15 giugno sarà consentito un solo spostamento al giorno per andare a trovare parenti e amici tra le 5 e le 22 in massimo 4 persone oltre ai minorenni sui quali si esercita la responsabilità genitoriale. Lo spostamento nelle zone gialle è consentito sia all'interno della regione che tra regioni dello stesso colore.

In zona arancione lo spostamento è consentito solo in ambito comunale mentre per uscire dalle zone arancione o rossa servirà la certificazione verde.

Dal 26 aprile riaprono in zona gialla i ristoranti a pranzo e cena "con consumo al tavolo esclusivamente all'aperto" mentre dal primo giugno potranno aprire ma solo a pranzo anche i locali che hanno spazi a
chiuso. Si conferma il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino.

La bozza prevede inoltre in la zona gialla dal 15 maggio l'apertura delle piscine all'aperto, dei mercati e dei centri commerciali anche nei giorni festivi, dal primo giugno delle palestre, dal 1 luglio delle fiere, dei convegni e dei congressi, dei centri termali e dei parchi tematici.

La bozza di decreto legge Covid prevede anche la "certificazione verde" per gli spostamenti tra Regioni di colore diverso. Il certificato potrà essere cartaceo o digitale e varrà sei mesi per i vaccinati e per chi sia guarito dal Covid: per chi abbia concluso un intero ciclo di vaccinazione sarà rilasciato dalla struttura sanitaria che effettua la somministrazione; per chi sia guarito viene rilasciato dall'ospedale, medico di base o pediatra. Varranno invece 48 ore i certificati per chi abbia effettuato test molecolare o antigenico, rilasciati da strutture sanitarie o farmacie.

Per quanto riguarda le scuole superiori queste potranno adottare "forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica" affinché sia garantita, in zona rossa, la presenza "ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75%, della popolazione studentesca", mentre in zona gialla e arancione la didattica in presenza deve essere garantita "ad almeno il 60% e fino al 100% della popolazione studentesca". E quanto prevede la bozza del Decreto che dovrebbe approdare in Cdm domani. Le disposizioni, prosegue
il testo, "non possono essere derogate da provvedimenti dei presidenti delle Regioni" fatto salvo casi di "eccezionale e straordinaria gravità" dovuti al Covid.

Dal 26 aprile in zona gialla gli spettacoli aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, cinema, live-club e in altri locali o spazi anche all'aperto" sono svolti solo con "posti a sedere preassegnati" con distanza di almeno un metro: la capienza non può essere superiore al 50% di quella massima, ma al massimo con 1.000 spettatori all'aperto e 500 al chiuso. Alcuni eventi si potranno riservare solo a chi abbia certificato verde. Dal primo giugno si potrà andare a eventi sportivi con capienza degli stadi o palazzetti non superiore al 25% e non più di 1.000 spettatori all'aperto e 500 al chiuso.

La giornata​

E' previsto per domani pomeriggio il Consiglio dei ministri sul nuovo decreto che detterà le prossime riaperture, al via dal 26 aprile. Tra giovedì e venerdì un altro Cdm sul Recovery plan. Sono tuttavia ancora molti i nodi da sciogliere tra scuola, coprifuoco e "pass" per gli spostamento tra regioni arancioni e rosse.

Su questi temi è stata convocata questo pomeriggio la riunione di Stato, Regioni, Comuni (Anci) e Province (Upi). Oltre ai rappresentanti degli Enti locali partecipano in videoconferenza i ministri Gelmini, Bianchi, Speranza, Giovannini e Lamorgese. Sono così stati messi a punto i nuovi provvedimenti che saranno in vigore dal 26 aprile-

Anche gli esperti del Cts sono stati chiamati, anzitutto, a esaminare le modalità di spostamento e soprattutto valutare quali potrebbero essere i rischi epidemiologici della riapertura della mobilità tra regioni; all'esame anche il "pass", che dovrebbe servire anche per l'ingresso ad eventi culturali e di spettacolo. Per ora sia il pass che l'app (che potrebbe contenere un codice a barre con le informazioni necessarie) sono un progetto su cui diversi ministeri potrebbero lavorare, a partire dal dicastero di Vittorio Colao.

Il governo attende anche le direttive dell'Unione Europea sul pass vaccinale, che sarebbe pronto solo per fine giugno. Per ora l'ipotesi più accreditata, perché l'unica immediata, resta quella dell'autocertificazione o della certificazione di aver effettuato il tampone nelle 48 ore precedenti o di essersi sottoposto al vaccino. Altro requisito quello di essere guariti dal Covid.

In discussione anche i protocolli per le riaperture proposti dalla conferenza delle Regioni la scorsa settimana e su cui diversi scienziati hanno già espresso non poche perplessità, soprattutto sulla richiesta di riaprire i locali in zona rossa.

Altro tema caldo è quello della scuola, in particolare dei trasporti legati al rientro in presenza degli studenti delle superiori. Si ipotizzano integrazioni al protocollo di sicurezza anti-Covid nelle scuole fornito per la riapertura a settembre. Si potrebbe prevedere, ad esempio, la dotazione di mascherina FFp2 per insegnanti e personale scolastico o un maggior distanziamento dove c'è poca areazione o nelle mense, prevedendo turni differenziati per i pasti.

Scuola, le Regioni frenano sul ritorno in aula al 100%

Sul tema della scuola i presidenti di Regioni hanno fatto il punto in una riunione prima dell'incontro con il governo, al quale saranno presenti i ministri Speranza, Bianchi, Gelmini e Giovannini. La richiesta che verrà avanzata all'esecutivo è quella della flessibilità: i presidenti di Regione si impegnano a garantire almeno il 50% degli studenti in classe, ma chiederanno la possibilità di deroghe, legate soprattutto a quegli edifici che non possono adattarsi alle norme. L'idea del presidente del Veneto, Luca Zaia, è di "rendere facoltativa la partecipazione alla Dad per gli studenti maggiorenni". Mentre il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ritiene un'"equazione insostenibile pretendere che i mezzi abbiano un riempimento al 50% se gli studenti rientrano a scuola al 100%".​

Nell'incontro Governo - Regioni alcuni presidenti di Regione, in primis il veneto Luca Zaia, propongono che la didattica in presenza a scuola sia a richiesta, come in Puglia, secondo quanto si apprende da fonti che assistono alla riunione informale tra il governo e gli Enti locali sul nuovo decreto legge anti-Covid.

La ministra Mariastella Gelmini all'incontro Governo - Regioni ha confermato che "l'obiettivo del governo è quello di arrivare quanto prima ad una presenza al 100% dei nostri ragazzi a scuola, per quanto riguarda ogni ordine e grado. Con il nuovo decreto diamo un chiaro segnale in questa direzione. La nostra volontà politica è quella di far terminare agli studenti l'anno scolastico in aula. Per raggiungere questo obiettivo, naturalmente, lavoreremo fianco a fianco con le Regioni e con gli enti locali, per aiutare gli istituti e per rafforzare il sistema del trasporto pubblico".

All'incontro tra Regioni e governo si discute della possibilità dei test salivari, idea avanzata dal governo (presto arriverà una circolare del ministero della Salute) e da alcuni membri del Cts.

Altra questione politica è il coprifuoco. "Se perfino il ministro Speranza è arrivato alla conclusione che all'aperto si rischia meno che al chiuso, non penso che le 22, le 23 o le 24 facciano la differenza. Dipende dal buon senso degli italiani", rilancia Matteo Salvini. Per ora da palazzo Chigi non ci sono tentennamenti: più ore di libertà serali arriveranno, ma non nel mese di maggio.

Verso il giallo più di metà delle regioni

La linea della gradualità dovrebbe essere confermata dal Comitato tecnico scientifico. A fare da bussola sarà sempre il monitoraggio settimanale del venerdì e molto atteso è il prossimo, del 23, da cui usciranno le prime regioni e province autonome gialle. Stando ai dati attuali potrebbero essere più della metà: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto, Trento e Bolzano. Venerdì il responso.

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