venerdì 7 gennaio 2022
Una lettera al premier Draghi sottoscritta da oltre 1.800 dirigenti scolastici. Ma il ministro Bianchi tira dritto e conferma la ripartenza «in presenza e sicurezza» dal 10 gennaio
A scuola al tempo del Covid

A scuola al tempo del Covid - Foto d'archivio Ansa

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Tensione altissima sulla scuola, alla vigilia della ripresa delle lezioni, fissata in gran parte delle regioni per lunedì 10 gennaio. Se da un lato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, continua a ripetere che «l’obiettivo è tornare nelle aule in presenza e in sicurezza», dall’altro si ingrossa ogni giorno di più il fronte di chi vorrebbe una ripartenza a distanza, almeno fino a fine mese, per tenere sotto controllo la pandemia, che sta letteralmente esplodendo, soprattutto tra le fasce di popolazione più giovani. Secondo stime effettuate su dati dell’Istituto superiore di Sanità, sarebbero oltre 300mila gli alunni attualmente positivi e almeno 20mila gli insegnanti a casa con il Covid.

Uno scenario che preoccupa soprattutto i presidi, chiamati in prima persona a garantire la sicurezza della ripresa. Così, la proposta dell’altro giorno del presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, di ricominciare in Dad e restarci almeno fino al 1° febbraio, è diventata una lettera-appello al presidente del Consiglio, Mario Draghi, sottoscritta in poche ore da oltre 1.800 presidi. Prima firmataria, Laura Biancato, dirigente dell’Istituto tecnico “Luigi Einaudi” di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza e vincitrice del premio “Dirigente dell’anno 2021”, oltre che autrice di manuali su come «organizzare la scuola oltre la distanza».

Nella lettera a Draghi, i dirigenti ricordano che, già prima delle vacanze di Natale, avevano «assistito ad un’elevata incidenza di contagi all’interno delle classi» di alunni e docenti, «anche vaccinati». Ora temono che, la crescita esponenziale dei casi dovuta alla variante Omicron, produca «un’escalation di assenze», sia tra i docenti che tra il personale Ata, «che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato un sostituto». Ne va, scrivono i dirigenti al premier, della «sicurezza e della vigilanza» soprattutto nei piccoli plessi, che in molti casi, temono i firmatari, non potranno nemmeno riaprire proprio per carenza di personale. Inoltre, ribadiscono, «il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi». Tutte condizioni che favoriscono la diffusione del virus.

«Si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile – conclude l’appello al Capo del governo –. Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa. Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone».

Preoccupazione per l’ormai imminente ripresa delle lezioni in presenza è espressa anche dalla segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, secondo cui il rientro «in presenza e sicurezza» promesso dal ministro Bianchi, è soltanto una «narrazione virtuale, spiacevole e incoerente». «C’è molta tensione e si rischia di alimentare il conflitto tra gli alunni non vaccinati e gli altri», avverte la leader sindacale. E di «governo confuso e in ritardo» parla anche il presidente di Autonomie locali italiane e sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che nelle scorse settimane aveva proposto l’obbligo di Green pass anche per gli studenti, come già previsto per gli insegnanti e il resto del personale.

Nel solco delle parole del ministro Bianchi, da viale Trastevere ricordano che è stata autorizzata la proroga del cosiddetto “organico Covid” fino al 31 marzo e che «l’obiettivo del governo è garantire al massimo la presenza a scuola». «Le misure del decreto – proseguono – puntano a tutelare presenza e sicurezza, con una gradualità legata alle fasce di età e al tasso di vaccinazione di studentesse e studenti. Il ministro – ricordano – ha incontrato i sindacati il 4 gennaio anche in vista della riapertura proprio per ascoltare esigenze e temi posti. Continueremo a lavorare garantendo collaborazione e sostegno necessari alle scuole in questa fase, come nei mesi precedenti».

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