giovedì 16 novembre 2017
Chi segnala illeciti in azienda verrà protetto. Previste sanzioni per dirigenti e responsabili
Approvata legge sul «whistleblowing». Più tutele a chi denuncia
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Da oggi il dipendente che segnala illeciti e malaffare sarà tutelato. Con la nuova legge, varata ieri dalla Camera, il cosiddetto whistleblower( termine inglese poco felice per indicare il 'soffiatore di fischietto', colui che ferma, appunto il gioco sporco) non potrà essere sanzionato e tantomeno allontanato dal suo incarico. Con l’approvazione quasi all’unanimità (i voti a favore sono stati 357, 46 i contrari -Fi e Di-, 15 gli astenuti) la nuova norma 'Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato' (anche detto whisletblowing) integra e amplia l’attuale disciplina prevista dalla legge Severino.

In particolare, la tutela si allarga anche al settore privato e agli enti di diritto privato sotto controllo pubblico, fino ad ora esclusi. Il dipendente, pubblico o privato, che segnala all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), o denuncia all’autorità giudiziaria condotte illecite, di cui sia venuto a conoscenza grazie al proprio rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa che potrebbe avere effetti negativi. Inoltre non hanno nessun valore eventuali atti discriminatori o ritorsivi adottati dal datore di lavoro. Tra le disposizioni, i parlamentari hanno anche introdotto l’onere della prova invertito: spetta all’ente o al datore di lavoro cioè dimostrare l’estraneità della misura adottata rispetto alla segnalazione.

L’identità del segnalante non può essere rivelata. Sono in molti ad essere soddisfatti per l’ok definitivo giunto dalla Camera. Il disegno di legge girava infatti fra i palazzi e le commissioni da ormai quasi due anni (fu presentato la prima volta il 26 gennaio 2016, su iniziativa del M5s). Un lavoro svolto insieme alle associazioni Transparency International e Riparte il Futuro. Il primo a congratularsi è il commissario anticorruzione. «È una norma di civiltà – ha dichiarato il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone – perchè chi segnala illeciti di cui è venuto a conoscenza sul posto di lavoro non può essere lasciato solo».

Come è avvenuto, ad esempio, per i pochi che fino ad oggi hanno avuto il coraggio di prendere in mano il fischietto e suonare il fuori gioco di qualche capo o datore di lavoro scorretto. Come una fra le tante, forse la più famosa - ora c’è anche un libro - storia di Andrea Franzoso, l’uomo che denunciò le spese pazze del presidente di Ferrovie Nord. Discriminato e rimasto senza lavoro. «L’approvazione in via definitiva della legge sul cosiddetto ' whistleblowing' », secondo la presidente della camera, Laura Boldrini, rappresenta «un altro rilevante passo avanti nella lotta all’illegalità e in favore della trasparenza». «Uno strumento utilissimo contro la corruzione» sottolinea dal Senato, Pietro Grasso.

Aspettavano invece questo giorno dal lontano 2009 dal quartier generale di Transparency International, l’associazione che si occupa di prevenire e contrastare la corruzione. «È un giorno importante per tutti gli italiani. Da oggi abbiamo un’arma in più per sconfiggere la piaga della corruzione. Ora i cittadini potranno fare la loro parte senza paura» dichiara il presidente dell’associazione, Virginio Carnevali. Per Federico Anghelè di Riparte il Futuro «è una nuova grande vittoria sull’importanza di difendere la figura del 'segnalante' sul posto di lavoro, vero e proprio baluardo nella prevenzione della corruzione».

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