giovedì 10 settembre 2020
Allarme di Save The Children nel rapporto "Protect a Generation" su 37 paesi: 10 milioni di bambini potrebbero non tornare mai più a scuola, 80 rischiano di non accedere ai vaccini essenziali
«A causa della pandemia 117 milioni di minori in più a rischio povertà»

Foto Save The Children

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Sei mesi di pandemia da Covid-19 - a partire dalla dichiarazione dell’Organizzazione mondiale della sanità - hanno provocato un impatto catastrofico sulle condizioni dell'infanzia. Nei paesi più poveri il Coronavirus sta ampliando le disuguaglianze esistenti, producendo una "generazione perduta" di bambini e allontanando il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Solo nel 2020 infatti 117 milioni di bambini in più, al mondo, potrebbero cadere in povertà; 9,7 milioni di minori rischiano di non tornare mai più a scuola, 80 milioni di bambini rischiano di non poter ricevere vaccini essenziali. Ma le gravi conseguenze sui bambini non risparmiano neanche un paese sviluppato l'Italia: entro la fine dell’anno nel nostro Paese 1 milione di minori in più potrebbero scivolare nella povertà assoluta, il doppio rispetto a quelli del 2019.

È l’allarme lanciato da Save the Children, nel nuovo rapporto Protect a generation, risultato di una vasta indagine in 37 Paesi al mondo tra gli oltre 25 mila bambini e adulti coinvolti nei programmi di intervento. Tre famiglie su 4 hanno dichiarato di aver perso parte del proprio reddito, 2 su 3 non riescono a sfamare adeguatamente i propri figli e 9 su 10 non possono accedere alle cure mediche. Ad essere più colpite soprattutto i nuclei già in povertà prima della pandemia: tra queste l’82% ha subito diminuzioni del reddito rispetto al 70% delle famiglie non povere.

Gravissime le conseguenze anche sul fronte dell’educazione, con 8 bambini su 10 che con la chiusura delle scuole hanno interrotto del tutto ogni forma di apprendimento e solo meno dell’1% dei minori più poveri che ha accesso a internet e alla didattica a distanza. E in Italia 1 genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, e 2 su 10 temono di non poter più sostenere il costo della mensa scolastica. Bambine e bambini privati, nel mondo, della possibilità di studiare, dunque. E sempre più esposti al rischio di subire violenze, anche in casa, e di essere costretti ad andare a lavorare per aiutare le famiglie: una condizione che incrementa ancora di più i gender gap, facendo pagare il prezzo più alto alle ragazze e alle bambine, che con la pandemia hanno dovuto occuparsi sempre più delle faccende domestiche (nel 63% dei casi, contro il 43% per i maschi).

«Una delle conseguenze più drammatiche è che molti bambini non torneranno più a scuola - afferma Daniela Fatarella, Direttrice generale di Save the Children - perché la povertà estrema nella quale sono cadute le famiglie li esporrà al lavoro minorile e al rischio di abusi e violenze. Un rischio ancora maggiore per le ragazze più giovani, la cui unica possibilità rischia di essere quella di sposare un uomo molto più grande di loro e fare dei bambini quando loro stesse sono ancora delle bambine».


Foto Save The Children

Sistemi sanitari al collasso e cure mediche negate

Già prima della pandemia, 5,3 milioni di bambini morivano in un solo anno prima di aver compiuto i 5 anni di età, di cui più della metà per cause facilmente curabili e prevenibili, come malaria, diarrea o polmoniti. E ad essere penalizzati erano soprattutto i bambini delle famiglie più povere, con più del doppio delle probabilità di perdere la vita prima del quinto anno di età rispetto ai coetanei dei nuclei più benestanti. Numeri che con la pandemia e il collasso dei sistemi sanitari, in contesti già di per sé fragili, rischiano di aggravarsi drasticamente. Secondo Save the Children, 80 milioni di bambini al mondo rischiano di non avere accesso ai normali vaccini. Quasi 9 famiglie su 10 tra quelle intervistate (89%) sta incontrando notevoli ostacoli nell’accesso a cure mediche e medicinali, percentuale che sale al 95% tra le famiglie con bambini con problemi di salute cronici e al 96% tra quelle con minori con disabilità, a causa della chiusura delle strutture o della sospensione di molti servizi. In moltissimi casi, il principale ostacolo all’accesso alle cure è di natura economica: il 93% delle famiglie che a causa del Covid ha perso più della metà del proprio reddito non riesce ad accedere ai servizi sanitari, quasi la metà non ha i soldi per pagare le medicine.

Allerta per l'aumento della malnutrizione

Con 135 milioni di persone al mondo che stavano già subendo sulla propria pelle le conseguenze di una grave condizione di insicurezza alimentare – tra cui 114 milioni di bambini sotto i 5 anni affetti da malnutrizione cronica e 14 milioni colpiti da forme acute di malnutrizione – è molto alto il rischio che la pandemia di Covid-19 possa portare a un notevole aggravamento della crisi. A causa dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari e della perdita di risorse economiche, molte famiglie non riescono più a sfamare i propri figli. Quasi 2 famiglie su 3 (62%) tra quelle coinvolte nell’indagine di Save the Children hanno difficoltà nel reperire cibo nutriente, come carne, latte, cereali, frutta e verdura e in oltre la metà dei casi (52%) la causa è il prezzo troppo alto. Una situazione che riguarda in particolar modo i bambini e le famiglie che vivono nelle aree urbane.

Ancora più bambini fuori dalla scuola

La chiusura delle scuole in seguito alla pandemia ha riguardato quasi il 90% di tutti gli studenti al mondo e quasi 10 milioni di bambini– si legge nel rapporto dell’organizzazione – rischiano di non farvi più ritorno, sempre più esposti, così, a rischi maggiori di subire violenze e sfruttamento, di essere costretti ad andare a lavorare per aiutare le famiglie o a sposarsi prematuramente rinunciando così alla propria infanzia. Con le scuole chiuse più di 8 bambini su 10 hanno detto di non aver più imparato nulla o quasi nulla, 2 su 3 non hanno avuto più alcun contatto con gli insegnanti e, tra i bambini delle famiglie più povere, meno di 1 su 100 ha accesso a internet per la didattica a distanza, contro il 19% dei bambini non in povertà.

Foto Save The Children

Povertà minorile in aumento

Prima della pandemia, 586 milioni di bambini, nel mondo, vivevano in famiglie in condizioni di povertà, un numero che potrebbe aumentare di 117 milioni solo nel 2020, con incrementi maggiori soprattutto in Asia meridionale e in Africa subsahariana. Previsioni drammatiche che non risparmiano nemmeno i Paesi più benestanti, con il nostro Paese che entro la fine dell’anno rischia di vedere un aumento di 1 milione dei bambini in condizioni di povertà assoluta, che andrebbero a sommarsi al milione e 137 mila del 2019.

Rischio violenze e allargamento del gender gap

Ogni anno, nel mondo, 1 miliardo di bambini e ragazzi tra i 2 e i 17 anni è vittima di violenza fisica, sessuale o psicologica, 12 milioni di ragazze si sposano prima dei 18 anni, spesso con uomini molto più grandi di loro, mentre 85 milioni di minori sono attualmente coinvolti in pericolose forme di lavoro minorile. In 1 famiglia su 3, tra quelle coinvolte nell’indagine, si sono registrati episodi di violenza domestica dall’inizio della pandemia, che con la pandemia e la chiusura delle scuole sono più che raddoppiate. E sono proprio bambine e ragazze le più penalizzate: quasi 2 su ragazze su 3 (63%), hanno detto che dall’inizio della crisi hanno dovuto aumentare il loro impegno nelle faccende di casa, contro il 43% dei maschi, con il 20% delle ragazze – rispetto al 10% dei ragazzi – che ha detto di avere troppe faccende di cui occuparsi in casa per potersi dedicare allo studio.

L’impegno anti-Covid-19 di Save the Children

Save the Children ha messo in campo un vasto piano globale. Raggiungendo 9,1 milioni di persone, di cui 4,3 milioni di bambini. Per contrastare il rischio di mortalità infantile amplificato, l’Organizzazione ha fornito trattamenti contro la malnutrizione acuta a 175 mila bambini sotto i 5 anni di età, l’accesso all’acqua pulita a circa 482 mila famiglie e ha formato 73 mila operatori sanitari. Save the Children ha fornito aiuti materiali a 236 mila famiglie. Per garantire il diritto allo studio ha raggiunto 2,1 milioni di bambini con supporti alla didattica a distanza e sostegno ai Ministeri dell’educazione di 50 Paesi.

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