giovedì 5 marzo 2020
Sono 3.296 malati e 148 i decessi. La mortalità legata al coronavirus è adesso al 3,84%. I guariti sono 414.
Coronavirus. Anche Bergamo è quasi deserta

Coronavirus. Anche Bergamo è quasi deserta - Fotogramma

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Con i primi due casi di positività al coronavirus in Valle D'Aosta, resi noti stamani, tutte le regioni d'Italia risultano colpite dal virus. Anche all'ombra del Monte Bianco si era comunque già deciso di rinviare le manifestazioni pubbliche, sportive e non. Inoltre si sta valutando il rinvio delle elezioni regionali in programma per il 19 aprile.

In quanto ai dati complessivi ecco l'aggiornamento fornito alle 18 dalla Protezione civile: 3.296 malati e 148 morti. La mortalità legata al coronavirus è adesso al 3,84%. Per quanto riguarda i guariti, sono 414 in Italia, 138 in più di ieri, con un incremento del 50% (ieri la percentuale era stata del 72,5%).

Di tutti i malati l'85% si trova nelle tre regioni nelle quali si sono diffusi i primi contagi: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Nella sola Lombardia c'è il 54% dei malati, con un aumento dei casi in un giorno di 280 (da 1.497 a 1.777); in Emilia gli ammalati sono invece il 20% del totale e in Veneto l'11%.

Le cifre regione per regione

Dai dati emerge che sono 1.777 i malati in Lombardia, 658 in Emilia Romagna, 380 in Veneto, 106 in Piemonte, 120 nelle Marche, 45 in Campania, 21 in Liguria, 60 in Toscana, 41 nel Lazio, 21 in Friuli Venezia Giulia, 16 in Sicilia, 12 in Puglia, 8 in Abruzzo, 7 in Trentino, 7 in Molise, 9 in Umbria, 1 in provincia di Bolzano, 2 in Calabria, 2 in Sardegna, uno in Basilicata, e 2 in Valle d'Aosta.

Le vittime sono 98 in Lombardia (25 in più di ieri), 30 in Emilia Romagna (+8), 10 in Veneto (+4), 4 nelle Marche, 3 in Liguria (+2) e uno in Puglia. Complessivamente sono finora 3.858 i contagiati totali dal coronavirus, comprese le vittime e le persone guarite. Quanto ai tamponi, ne sono stati eseguiti 32.362, dei quali oltre oltre 27mila in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

Istituto superiore di sanità: 81 anni l'età media dei deceduti

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-2019 è 81 anni, sono in maggioranza uomini e in più di due terzi dei casi hanno tre o più patologie preesistenti. Lo afferma una analisi sui dati di 105 pazienti italiani deceduti al 4 marzo, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea come ci siano 20 anni di differenza tra l’età media dei deceduti e quella dei pazienti positivi al virus.

Il report riguarda 73 pazienti deceduti in Lombardia, 21 in Emilia Romagna, 7 in Veneto e 3 nelle Marche. La maggior parte dei decessi 42.2% si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni, mentre 32.4% erano tra 70 e 79, 8.4% tra 60 e 69, 2.8% tra 50 e 59 e 14.1% sopra i 90 anni. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da COVID-2019 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediana donne 83.4 – età mediana uomini 79.9).

Primo morto a Roma

Una paziente cardiopatica, risultata positiva al coronavirus, è deceduta all'ospedale San Giovanni di Roma. Lo comunica l'Ospedale San Giovanni Addolorata. "Stante il complesso quadro clinico è possibile affermare che la donna sia deceduta 'con' il COVID-19 e non a causa dello stesso", precisa l'ospedale, che aggiunge: "la donna è risultata positiva al primo test effettuato all'Istituto Spallanzani". Come secondo protocollo "sono stati individuati i contatti all'interno dell'ospedale, tutti asintomatici, ed è in corso la verifica da parte della Asl Roma 1 sulle visite e i contatti esterni per il completamento dell'indagine epidemiologica".

Misure antivirus anche in Vaticano

Atmosfera davvero inconsueta in Vaticano con piazza San Pietro praticamente vuota e nessuna fila ai metal detector per entrare in basilica. Via della Conciliazione deserta e poca la gente nei negozi e bar della
zona. È l'effetto coronavirus che aveva già assottigliato nei giorni scorsi le presenze di pellegrini e turisti. In Vaticano si sta lavorando per rispettare le nuove misure varate dal governo italiano per contenere il contagio.

Portoni chiusi anche alle università pontificie. La Pontificia Università Gregoriana, retta dai Gesuiti, la
Pontificia Università Lateranense, detta "l'università del Papa", e la la Pontificia Università Urbaniana, che fa capo alla Congregazione vaticana per l'Evangelizzazione dei Popoli, hanno ufficialmente comunicato di avere sospeso le attività didattiche fino al 15 marzo. Chiuso anche l'ateneo dell'Opus Dei, la Santa Croce, che da lunedì 9 marzo partirà con le lezioni in streaming.

La solidarietà non si ferma, ma si adegua

Cambia anche il modo di fare i servizi legati alla carità. Alla mensa Caritas di Catania, per esempio, i pasti vengono distribuiti solo fuori dall'edificio. E Sant'Egidio ha cominciato a distribuire ai senzatetto, insieme al cibo, le bottigliette di gel igienizzante. Rinviate in molti casi le benedizioni dei sacerdoti alle famiglie che si fanno proprio nel periodo pre-pasquale. Fermo in tutta Italia anche il mondo degli scout.

Erika si laurea via Skype al Politecnico di Milano

"Non è stato certamente il momento che immaginavo, ma mi sono emozionata lo stesso. E ieri notte ho
anche fatto fatica ad addormentarmi ". Erika Panelli, 23 anni, di Piacenza, si è laureata questa mattina via Skype in ingegneria informatica al Politecnico di Milano. Per via dell'emergenza coronavirus, infatti, anche le lauree così come le lezioni e la ricerca sono diventate virtual".

"All'inizio, quando ci è stato comunicato, via mail, che non ci sarebbe stata la proclamazione io e i miei compagni di corso ci siamo rimasti un po' male - racconta -. Ma ci hanno assicurato che più avanti, quando la situazione sarà tornata alla normalità, ci sarà il graduation day, e potremo finalmente festeggiare tutti insieme".

Gli sciacalli sempre in azione

Mascherine che da 50 centesimi sono arrivate a costare 20 euro l'una. È una delle scoperte fatte dai carabinieri del Nas in una serie di accertamenti svolti a Torino e nel circondario in relazione all'emergenza Coronavirus. I controlli, che secondo quanto si è appreso riguardano farmacie e negozi di ferramenta ma non risparmiano le ditte fornitrici dei materiali, hanno portato a quattro denunce per il reato di "manovre speculative su merci". I militari hanno riscontrato prodotti venduti con rincari anche superiori al 300%.

Gli italiani positivi bloccati in India

Stanno bene e si trovano in un complesso ospedaliero moderno nei dintorni di Delhi e non più in un ospedale militare i 14 turisti italiani rimasti bloccati in India per essere positivi al coronavirus. Altri due, compagni di viaggio, pure loro malati, sono in una struttura a Jaipur, capoluogo del Rajasthan, mentre i 7 risultati negativi al test, ieri hanno preso un volo per l'Italia passando per gli Emirati Arabi.

A spiegarlo al telefono è Stefano Tavarella, uno degli "over 60" della comitiva ancora in India, che lancia "un appello al Governo affinché individui una soluzione, come un volo militare o altro, per riportarci a casa il prima possibile. Camminiamo con le nostre gambe non abbiamo bisogno di barelle".


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