giovedì 20 agosto 2015
​La Levato ha chiesto di potere andare da don Mazzi con il neonato. Il verdetto nei prossimi giorni. Intanto il padre, anche lui in carcere, ha riconosciuto il piccolo nato a Ferragosto.
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​Martina Levato vuole essere trasferita insieme al figlio nato all'alba del giorno di Ferragosto alla comunità Exodus di Don Mazzi oppure, in alternativa, all'interno dell'Icam, la struttura di custodia attenuata destinata alle madri detenute. La richiesta verrà despositata domattina dall'avvocato Stefano De Cesare al Tribunale per i minorenni di Milano che già nella stessa giornata di domani - o al massimo nei primi giorni della prossima settimana - potrebbe potrebbe riunirsi in camera di consiglio ed emettere un verdetto sulla sorte del figlio della cosiddetta "coppia diabolica".
L'opzione Don Mazzi è quella più difficile. Per ottenere il trasferimento di Martina e di suo figlio alla comunità Exodus serve infatti un duplice via libera: quello del Tribunale dei Minori, competente sul destino di un piccolo venuto alla luce appena 5 giorni fa, e quella del Tribunale ordinario dove nelle prossime ore i legali della famiglia Levato presenteranno richiesta di concessione degli arresti domiciliari specificando che la detenuta intende scontare la sua pena alla comunità Exodus. Considerato però che soltanto 10 giorni fa il Tribunale del Riesame aveva già detto no ai domiciliari per Martina, evidenziando la sua "pericolosità sociale", la strada verso Don Mazzi si prospetta una tutta in salita per l'ex studentessa della Bocconi, già condannata a 14 anni per aver scagliato due flaconi di acido contro viso e corpo del coetaneo Pietro Barbini, con cui aveva avuto una relazione, e ora in attesa di un secondo processo per altre due aggressioni simili.Più percorribile appare invece la seconda ipotesi, soprattutto alla luce della pronuncia del Tribunale di Milano che la settimana scorsa aveva disposto il trasferimento di Martina e del piccolo all'Icam di Via Macedonio Melloni una volta dimessi dalla Mangiagalli. Anche in questo caso il "collocamento" del piccolo dovrà essere autorizzato dal Tribunale dei Minori. Non sono queste le uniche opzioni sul tavolo per i giudici di Via Leopardi, che potrebbero anche decidere di allontanare il piccolo dalla madre. In questo caso il bebè sarebbe affidato a una comunità per minori gestita dal Comune di Milano, mentre Martina tornerebbe a San Vittore. Domani, o al più tardi sabato, la giovane sarà dichiarata "dimissibile" dalla Clinica Mangiagalli. Ma non è affatto detto che lascerà l'ospedale domani. "Da un punto di vista clinico, Martina sta bene, avremmo potuto dimetterla già nei giorni scorsi - assicurano dalla casa di cura milanese -. Stiamo sull'attenti e aspettiamo le decisioni dei giudici, vogliamo essere sicuri di mandare via madre e figlio sapendo bene dove vanno".
Nel frattempo, il piccolo è stato riconosciuto dal padre. Decisiva, per sbloccare la situazione di stallo che si era creata nei giorni scorsi, è stata la telefonata tra il sindaco Giuliano Pisapia (tutore legale del bambino per disposizione del Tribunale dei Minori) e il pm Marcello Musso. Più o meno a ora di pranzo due funzionari dell'Ufficio Anagrafe Comune di Milano sono entrati a San Vittore e formalizzato l'atto di riconoscimento del broker tedesco, che si trova recluso nel carcere milanese dal 28 dicembre scorso. Resta da capire se ad Alex sarà permesso di vedere il figlio. La sua richiesta di poterlo visitare è stata già respinta ieri dalla Sezione Feriale del Tribunale perché, al momento del deposito dell'istanza, il piccolo non era ancora stato formalmente riconosciuto dal padre. Nelle prossime ore il suo difensore, Alessandra Silvestri, depositerà una nuova richiesta analoga.
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