venerdì 4 ottobre 2019
Il premier alle celebrazioni, presenti 4mila pellegrini. Il vescovo Sorrentino: il Santo ci aiuti a ritrovare la via di un dialogo costruttivo nella vita sociale e politica
Il premier Conte ad Assisi (Ansa/Ufficio stampa Palazzo Chigi/Filippo Attili)

Il premier Conte ad Assisi (Ansa/Ufficio stampa Palazzo Chigi/Filippo Attili)

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Povertà, ambiente, pace. Non potevano non esserci questi temi al centro dell’intervento del premier Giuseppe Conte nella sua giornata assisana in occasione della festa di San Francesco patrono d’Italia. Nell’occasione Conte ha annunciato un piano anti-povertà per i senzatetto in sei città. L’iniziativa, portata avanti con l’Inps, intende aiutare 50mila persone in difficoltà che non usufruiscono del reddito di cittadinanza, «pur avendone diritto». Sono «persone invisibili che vogliamo rendere visibili», ha detto il premier.


Quest’anno è stata la Regione Toscana a donare l’olio per la lampada votiva che per un anno resterà accesa nella cripta della basilica inferiore, dove riposano le spoglie del Poverello. Per questo l’accensione è stata affidata al sindaco di Firenze Dario Nardella. Nel corso della Messa celebrata nella basilica superiore a salutare le autorità civili ed ecclesiali intervenute è stato il custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti. «Oggi urge ricostruire una cultura politica», che agisca per le nuove generazioni, ha detto il francescano, ricordando un discorso di Giorgio La Pira. Un compito, ha concluso padre Gambetti, che non può essere delegato ai soli politici, ma investe tutti. «Né lo si può delegare – ha insistito il religioso – a qualche arrogante faccendiere arrivista. Ne abbiamo votati troppi».


L’omelia è stata del cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, presidente della Conferenza episcopale toscana, che ha presieduto la celebrazione. «Il legame comunitario necessita che nessuno pretenda di asservire a sé il fratello, ma lo accolga con amore», ha sottolineato il presule. «Qui si innesta il richiamo alla minorità, al farsi piccolo, che Francesco ci insegna». E che, ha ricordato il porporato, è «tutto il contrario delle pretese dell’uomo d’oggi», che «si vorrebbe adulto, autonomo, autosufficiente». Atteggiamento che, ha concluso, ha prodotto molteplici esiti negativi sulla società. Betori ha poi rimarcato la «sfida» per la Chiesa e per il Paese di «fare dei poveri e della loro cura la misura dell’umano». Riconoscere questa come «priorità» è strettamente legato alla possibilità di una «conversione comunitaria» e del «cambiamento sociale».

Parole ascoltate in prima fila dal presidente del Consiglio, che è poi intervenuto dalla loggia della basilica insieme al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al vescovo di Assisi Domenico Sorrentino e al sindaco della città umbra, Stefania Proietti, introdotti da fra Carlos Trovarelli, ministro generale dei frati minori conventuali.

«San Francesco ci aiuti a ritrovare, nella nostra vita sociale e politica, la via di un dialogo costruttivo», è l’auspicio espresso da monsignor Sorrentino. Il presule ha anche ricordato l’evento che si terrà nella città serafica nel marzo dell’anno prossimo, Economy of Francesco, convocato dal Papa con giovani economisti di tutto il mondo per riflettere su come costruire un «umanesimo della fraternità».

Sui temi economici e, in particolare, dell’economia si sono soffermati il premier e il governatore della Toscana. Per quest’ultimo va seguito l’esempio dell’Assisate portando «un cambiamento radicale per non continuare a distruggere la nostra casa comune». Conte ha ribadito che la tutela dell’ambiente è «prioritaria» per l’azione del governo. Così come la lotta all’evasione, un fisco più giusto, gli asili nido gratis e l’impegno per il lavoro. Il premier ha promesso anche, in stile francescano, di «essere umile, ma autentico strumento di pace». E di voler contribuire a diffondere questa cultura, che «relega via il gesto violento, che non assicura mai la composizione di un conflitto». Parole, quelle sull’ambiente, accompagnate da un gesto simbolico: quello del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che nel pomeriggio ha partecipato alla messa a dimora di un ulivo a ridosso della basilica di San Francesco. È stato il primo a riversare terra sulle radici del piccolo albero.

Ma l’Umbria è anche terra ferita dal terremoto. E Conte ha lamentato l’«intollerabile lentezza» dell’opera di ricostruzione, sottolineando come bisogna agire «senza ulteriore indugio». Parole accolte «con viva soddisfazione» dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, che ha invitato a tradurle in realtà.

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