sabato 22 settembre 2012
Un centro del frusinate che assiste 30 ragazzi con grave disabilità è costretto a chiudere a causa dei mancati trasferimenti da parte della Regione. Prevista nei prossimi giorni una manifestazione dei protesta dei genitori.
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Operatori, famiglie volontari e tutti coloro che sono impegnati nel sociale si sentono spesso ripetere che i soldi «non ci sono». La crisi e i tagli alle risorse per il sociale rendono sempre più difficile prestare assistenza ad anziani e persone con disabilità, investire nell'integrazione dei migranti o aiutare le famiglie più povere a sostenere i costi dell'affitto. La coperta, si sente ripetere da tempo «è troppo corta» per dare risposte adeguate ai bisogni di tutti. ​

Ma quando un centro che a Pontecorvo (Frosinone) assiste 30 ragazzi con gravi disabilità è costretto a chiudere perché la Regione Lazio (travolta dallo scandalo della gestione dei fondi neri del gruppo Pdl) non trasferisce i fondi, vuol dire che c'è qualcosa che non va.  Una delegazione di genitori dei ragazzi disabili, insieme all' Associazione "Camminare Insieme", intende andare negli uffici dell'assessorato al Bilancio della Regione per chiedere lumi sui mancati trasferimenti. «Sappiamo che esiste anche una buona politica che lavora davvero e in silenzio per i bisogni dei cittadini - dicono i genitori dei bambini disabili - ed è a questa che vogliamo credere per un serio governo del nostro futuro».Il Consorzio dei Servizi Sociali del Cassinate è stato costretto per ora a sospendere i servizi ma le loro famiglie non possono provvedere in modo autonoma ad una gestione alternativa perchè non sempre si trovano nelle condizioni economiche e fisiche per farlo.

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