lunedì 16 maggio 2016
Don Maurizio Patriciello e don Fortunato di Noto a colloquio con la mamma della piccola violentata e gettata dalla terrazza.
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Nel portone c’è la statua di Padre Pio. Ci sono muri scrostati. Due ascensori grigi, tetri. E più su, ai piani alti, le sbarre, spesso, davanti alle porte. Don Fortunato Di Noto e don Maurizio Patriciello entrano in casa di Mimma, la mamma della piccola Fortuna. Le foto della bimba uccisa e gettata dalla terrazza di questo palazzo sono tutte intorno, alle pareti, insieme a una statuetta della Madonna, all’odore del caffè, ai panni stesi sul piccolo balcone. Il circo mediatico ha sbaraccato dal Parco Verde di Caivano. Cosa resta adesso? “Un vuoto, un grande vuoto – dice Mimma -. E il desiderio d’avere giustizia per mia figlia”. Non si può non chiederglielo: davvero qui, in questa palazzina, siete tutti brutti, sporchi e cattivi? “No”, risponde scuotendo appena la testa: “Non è vero niente, ci sono altre famiglie per bene”. Don Fortunato, che ha fondato l’associazione Meter e combatte i pedofili da un quarto di secolo, è venuto da Avola, nel catanese. Resta a parlare con Mimma quasi due ore, insieme don Maurizio, che qui è il parroco. “Non sei sola”, le ripetono. Le danno una carezza. Lei alla fine si rivolge al prete siciliano: “Padre Fortunato, quel che lei dice mi commuove”. La chiesa è già stracolma per l’incontro di stasera. Per cercare la verità e soprattutto per fare rinascere il Parco Verde: “Chi non ha cura dei bambini, uccide il futuro di tutti – dicono insieme i due preti -. E qualsiasi cosa accada a un bambino è colpa di tutti anche nostra”.
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