martedì 22 maggio 2012
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L’elenco dei danni provocati dal terremoto al patrimonio culturale nel triangolo delle province di Modena, Ferrara e Bologna sembra un bollettino di guerra. Ed è ancora largamente incompleto. A Finale Emilia, epicentro del sisma, è crollata la trecentesca Torre dei Modenesi. Gravissimi danni anche alla Rocca Estense che risaliva ai secoli XIII-XV ed era stata restaurata appena l’anno scorso. La coeva Torre dell’Orologio ora è un mozzicone. Molto danneggiati anche il Duomo (antico e rifatto nel XVII secolo) e il seicentesco Palazzo Veneziani. Stesso discorso per San Felice sul Panaro la Rocca Estense del XIV-XV secolo sembra bombardata, così come la chiesa principale che risale alla fine del Trecento. Danneggiata in modo forse irreparabile anche la cinquecentesca Torre dell’Orologio. Anche  Ferrara ha subito molte perdite: dalla chiesa di Santa Maria in Vado la statua della Madonna è stata letteralmente lanciata sul sagrato. Il Teatro Nuovo, edificato negli anni Venti del secolo scorso, è andato quasi del tutto devastato. Le cose vanno ancora peggio in provincia: a Poggio Renatico è in parte crollato il Castello Lambertini mentre la chiesa principale presenta varie e gravi lesioni. Una serie di chiese, costruite tra il Cinque e il Settecento sono inagibili o gravemente danneggiate  Buonacompra (completamente crollate le volte della chiesa e il tetto. Buona parte della facciata. La chiesa è distrutta,) Mirabello (facciata mozzata del suo timpano e interno quasi tutto crollato salvo le prime due campane), Porotto, Renazzo. Il quadro della provincia di Bologna non è meno grave. Il campanile di Crevalcore è crollato, come la grande croce che stava sulla vicina chiesa: anche qui l’orologio pubblico è fermo su una torre in macerie. Danni contenuti alla seicentesca chiesa di San Giovanni Battista nel centro di San Giovanni in Persiceto con i suoi affreschi del Guercino, dell’Albani, del Gandolfi. Problemi anche a Caselle, Palata Pepoli, San Venanzio di Galliera. La Torre del castello di Galeazza è stata letteralmente decapitata dal terremoto, danni anche al castello di Ronchi. Le zone colpite dal terremoto, ricorda un comunicato della diocesi di Bologna, sono state visitate nella stessa mattinata di domenica, su indicazione del cardinale Carlo Caffarra, dal vicario Generale Giovanni Silvagni, dal vicario episcopale per la carità Antonio Allori accompagnato dal direttore della Caritas diocesana Paolo Mengoli. Una visita alle zone terremotate è stata fatta nella stessa giornata dal direttore della Caritas Italiana monsignor Francesco Soddu, giunto nei luoghi del disastro da Roma. Alla luce della gravissima situazione che ha colpito le popolazioni, il cardinale Caffarra ha disposto che la Caritas diocesana promuova una raccolta di fondi il cui ricavato sarà devoluto totalmente in favore delle famiglie colpite. Si può contribuire versando su Conto corrente postale n. 838409 oppure con bonifico bancario (Banca Popolare dell’Emilia Romagna) intestato a: Arcidiocesi di Bologna, cod IBAN IT27Y0538702400000000000555 causale terremoto in Emilia-Romagna.E l’Ufficio beni culturali della diocesi di Modena fa sapere che metterà a disposizione gli spazi del Museo benedettino e diocesano di arte sacra di Nonantola «per accogliere e custodire, fino a quando sarà necessario, le opere d’arte delle chiese danneggiate dal sisma».
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