venerdì 17 luglio 2020
Il Comune nel foggiano è stato sciolto lo scorso ottobre per “accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali”
Indagati in 133: "Scarichi industriali di ogni tipo nel Canale Lagrimaro"
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L’hanno ricevuto in centotrentatrè, centoventinove imprenditori, due dirigenti comunali e l’ex sindaco (Franco Metta, il cui Comune è stato sciolto lo scorso ottobre per “accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali” e che tre mesi prima aveva urlato in diretta Facebook “basta rompere i c… non siamo mafiosi”): un avviso di garanzia per l’inquinamento del “Canale Lagrimaro” (raccontato da Avvenire nove mesi fa), messo sotto sequestro il 2 luglio dell’anno scorso, nella zona industriale di Cerignola.

Ricapitolando l’inchiesta, in quel Canale dovevano finire solo le acque piovane e veniva invece sversato di tutto, anche gli scarichi di fabbriche e aziende. E l’acqua ribolle nerastra, come si vede nelle nostre immagini. Nemmeno c’era bisogno di prendersi il disturbo d’andare a scaricarci dentro: il Noe ha controllato le condotte idrauliche, la più grande è quella appunto per le acque bianche ed anche quella nella quale venivano “indiscriminatamente e sistematicamente immessi scarichi industriali di ogni tipo per alleviarne i costi di smaltimento”, hanno scoperto i Carabinieri. Solita storia, inquinare non è un problema grave, almeno non tanto quanto alzare le spese e violare la legge.

A proposito, il Comune di Cerignola non è autorizzato allo scarico nel Canale Lagrimaro, tanto meno esiste una qualsiasi autorizzazione a immettere reflui aziendali nel Canale. Perciò ai centrotrentatré destinatari dell’avviso di garanzia è stato intimato anche di sigillare i loro pozzetti che comunicano con quella condotta di acque bianche e di bonificare il Canale.

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