giovedì 18 aprile 2013
​La Cassazione accoglie il ricorso della famiglia e della Procura di Milano e ribalta la sentenza di assoluzione del fidanzato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 in provincia di Pavia. Ci sarà un nuovo processo d'appello.
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Tutto da rifare: Alberto Stasi torna sotto processo. La Cassazione accoglie il ricorso della Procura di Milano e dei genitori di Chiara Poggi e annulla l'assoluzione nei confronti dell'ex fidanzato, unico imputato per l'omicidio di Garlasco. «Sono dispiaciuto e incredulo»: le prime parole pronunciate da Stasi dopo il verdetto che ribalta una doppia assoluzione in primo e secondo grado.La speranza si rafforza in chi, invece, da quel 13 agosto 2007 attende di sapere chi e perchè ha infierito sul corpo di Chiara. «Finalmente qualcuno ci ha creduto, noi non abbiamo mai smesso di farlo, di chiedere verità per Chiara», dice Rita Poggi all'Adnkronos. I genitori della vittima non erano in aula quando i giudici della prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Paolo Bardovagni, hanno letto la sentenza e accolto l'impianto accusatorio del pg Roberto Aniello che aveva chiesto la riapertura del processo.L'autore dell'omicidio "ben conosceva la vittima come pure la casa" e "non ci sono elementi che parlino di altre persone". Di più, secondo l'accusa, Alberto sarebbe stato colto dal "panico" e sarebbe rientrato in casa Poggi "per controllare se Chiara era viva o morta". Insomma, Alberto "ha simulato il ritrovamento del cadavere" della sua fidanzata. Nessun altro "aveva un movente per ucciderla". "Imperdonabile leggerezza" il mancato sequestro di una bicicletta in possesso della famiglia Stasi, "necessario" l'esame mitocondriale sulcapello ritrovato nella mano sinistra della vittima per accertare a chi appartiene. Non solo: il pg ha lamentato "difetti di logicità" nelle due sentenze fotocopia che hanno assolto l'ex fidanzato. In particolare, l'accusa ha ritenuto che i giudici d'Appello siano incorsi in una serie di "illogicità" che impediscono ora di "avere una visione completa" dei fatti. Nel dettaglio la Procura della Cassazione ha considerato inverosimile che "nel momento della scoperta della fidanzata massacrata, Stasi non si sarebbe nemmeno avvicinato per vedere se era necessario soccorrerla e non abbia nemmeno chiamato il 118". In tal senso "è inverosimile che siascappato senza avvicinarsi alla fidanzata".Una tesi respinta con forza dalla difesa: la Procura della Cassazione "ha mosso ad Alberto accuse lombrosiane che dimostrano che contro di lui non ci sono prove" ha sostenuto in aula il professor Angelo Giarda."Sono 6 anni che Alberto Stasi ha sulla testa l'imputazione di omicidio e si va avanti dicendo 'ma se non è stato lui, chi?' I giudici hanno già risposto assolvendolo. Non si può fare passare Stasi per un incallito delinquente sulla base di accuse fumose. Alberto Stasi non ha ucciso Chiara Poggi".Una versione respinta dai giudici di piazza Cavour che con la decisione di oggi prolungano l'"incubo" giudiziario di Alberto. Difficile, per gli stessi legali, ipotizzare i motivi che hanno indotto la Cassazione ad annullare due sentenze-fotocopia: "bisognerà vedere le motivazioni - dice Fabio Giarda -. Il rinvio potrebbe riguardare la perizia che non è stata fatta sulla bicicletta oppure l'esame mitocondriale sul capello ritrovato nella mano sinistra di Chiara. Ma dopo sei anni che pensano di trovare?".Sollevato, invece, Gian Luigi Tizzoni, legale di parte civile: "siamo soddisfatti e pronti ad affrontare il giudizio di rinvio fiduciosi che finalmente si possa ottenere giustizia per Chiara". Il processo d'Appello-bis che verrà celebrato davanti ad un'altra sezione della Corte d'Assise d'Appello di Milano sarà fissato probabilmente entro l'autunno prossimo, quando saranno trascorsi oltre sei anni dall'omicidio della giovane.

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