mercoledì 26 dicembre 2018
Ospiti, operatori e rappresentanti delle istituzioni locali alla celebrazione in via Marsala alla Stazione Termini. Tra il 24 e il 25 sono stati 450 i volontari nelle mense e nel servizio itinerante
Nella mangiatoia sull'altare il figlio di una coppia di profughi accolta in un centro Caritas

Nella mangiatoia sull'altare il figlio di una coppia di profughi accolta in un centro Caritas

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Il bambinello nella mangiatoia sull'altare è un bimbo vero, figlio di una coppia di rifugiati. Messa speciale, quella celebrata dalla Caritas la sera della Vigilia di Natale all'Ostello per i senza tetto di via Marsala 109. La struttura, intitolata al fondatore della Caritas di Roma Don Luigi Di Liegro, ha visto la partecipazione degli ospiti delle strutture di assistenza, dei volontari e degli operatori. Per tutta la notte del 24 e il 25 sono stati 450 i volontari che hanno operato nelle mense aperte a pranzo e cena (Via Marsala, Colle Oppio, Cittadella della carità e Ostia) partecipando anche al Servizio Itinerante in strada per i senza dimora. Molte le iniziative anche nelle case famiglia per minori e per malati di Aids e delle comunità di accoglienza con rifugiati e mamme con bambini. A presiedere la celebrazione è stato il direttore della Caritas di Roma don Benoni Ambarus.

Alla Messa erano presenti il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessora capitolina alla Persona Laura Baldassarre, in rappresentanza delle amministrazioni e della istituzioni civili con le quali la Caritas collabora ogni giorno, al servizio degli ultimi della città. Don Benoni Ambarus - che da settembre ha preso il posto di monsignor Enrico Feroci, ora rettore del Seminario della Madonna del Divino Amore - nell'omelia ha sottolineato che «il Natale è il Bambino di Betlemme che nasce in una culla vuota, viene deposto proprio dove ci sta il vuoto, non il pieno. Nasce in una stalla, non nel palazzo, nasce tra gli animali, non nelle morbide vesti dei palazzi del potere. Per cui potremmo anche dire: più sei vuoto e svuotato nella tua esistenza, più è facile che possa nascere il Bambino. Dio non è colui che crede in te e ti risolve le cose e ti riempie di cose; è colui che crede in te, è innamorato di te e ti riempie di sè. Va rovesciata tutta la nostra ottica».

Il direttore della Caritas ha poi aggiunto: «Da questa bella notizia del Dio che viene nasce poi il nostro impegno, di tutti, affinché si abbiano le attenzioni verso l’umanità dispersa, fragile, debole, povera, disprezzata. Noi non possiamo rassegnarci alla povertà e al fallimento; non possiamo, non vogliamo e lo grideremo a tutti: l’essere umano, di ogni età, razza, religione, e categoria sociale, è così importante che si dovrà sempre fare di tutto per sostenerlo e aiutarlo a vivere in modo dignitoso. Il nostro Dio è innamorato dell’umanità, ci da la vita piena che supera la dimensione terrena; ma impegna ciascuno di noi a fare di tutto per dare il meglio ai deboli, agli ultimi».

Proprio per gli ultimi di Roma la Caritas diocesana ha avviato nelle scorse settimane il Piano Freddo diocesano, un’iniziativa diffusa di accoglienza e accompagnamento che attualmente vede coinvolte parrocchie, un gran numero di volontari e un Centro di Pronta Accoglienza, che ospiterà per 4 mesi circa 70 persone che dormono in strada. A questo spazio di accoglienza al momento 7 parrocchie hanno deciso di mettere a disposizione altrettanti luoghi in cui cenare con i poveri, stare insieme in modo sobrio e conviviale, passare la notte: in tutto più di 40 posti aggiuntivi. E le adesioni da parte di parrocchie e volontari stanno aumentando di giorno in giorno.

«Ma il Piano Freddo diocesano – spiega don Ambarus – raggiungerà il suo vero obiettivo se sarà in grado, in questi mesi, di convertire ognuno di noi alla bellezza della fraternità e dell’amicizia, se permetterà ad ognuno di noi di sperimentare la vicinanza al povero come un’esperienza vivificante e liberante, come uno stimolo per pensare le nostre vite in modo diverso, per semplificarle magari di tutto ciò che le appesantisce e per aprirci ad uno stile di vita più rispettoso degli altri, della nostra città e di noi stessi. La perseveranza nell’amore fraterno, nell’amicizia – conclude il direttore Caritas -, testimonia la possibilità concreta di una società diversa, di un modo di pensare e di vivere alternativi, in cui tutte le lacrime, a partire da quelle – spesso trattenute – dei poveri, saranno asciugate».


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