mercoledì 28 ottobre 2009
Secondo il XIX rapporto sull'immgirazione, con 4,5 milioni di regolari (il 6,5% sul totale della popolazione) l'Italia supera per la prima volta la media europea per numero di stranieri residenti. Monsignor Schettino: «Basta col pacchetto sicurezza, ora è tempo del pacchetto integrazione».
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Nonostante lo scenario di crisi economica che si è affermato alla fine del 2008, l'immigrazione non ha smesso di crescere in Italia dove, alla fine dello scorso anno, risultavano residenti oltre 4 milioni di immigrati stranieri. È quanto emerge dal XIX rapporto sull'immigrazione della Caritas presentato oggi a Roma. "I cittadini stranieri residenti sono risultati 3.891.295 alla fine del 2008, ma si arriva a circa 4.330.000 includendo anche le presenze regolari non ancora registrate in anagrafe", dice la Caritas. Se si considerano poi le regolarizzazioni del settembre scorso nel solo settore della collaborazione familiare, che ha coinvolto quasi 300.000 persone, l'Italia oltrepassa abbondantemente i 4,5 milioni di presenze.Il 2008, secondo la Caritas, è stato il primo anno in cui l'Italia, per incidenza degli stranieri residenti sul totale della popolazione, si è collocata al di sopra della media europea con il 6,5%, superando la Gran Bretagna che è al 6,3%.Quanto a presenze di immigrati, l'Italia è sulla scia della Spagna - che ne conta oltre 5 milioni - e non tanto distante dalla Germania (circa 7 milioni).
«Ora priorità al pacchetto intergazione». "Da più di un anno sentiamo parlare del pacchetto sicurezza che, con la sua insistenza, ha rafforzato il malinteso che sia fondato equiparare gli immigrati ai delinquenti. Poco, invece, si è sentito parlare del pacchetto integrazione, di un'impostazione più equilibrata che non trascura gli aspetti relativi alla sicurezza ma li contempera con la necessità di considerare gli immigrati come nuovi cittadini portandoli a e essere soggetti attivi e partecipi nella società che li ha accolti". È quanto ha affermato questa mattina Mons. Bruno Schettino, presidente della Commissione episcopale per l'immigrazione e vescovo di Capua, nel corso della presentazione del Dossier Caritas sugli immigrati che si è svolta a Roma."La Conferenza Episcopale Italiana, con toni meditati ma fermi e ripetuti - ha aggiunto mons. Schettino - ha avuto modo di sottolineare che senza integrazione non c'è politica migratoria. Alla 58esima assemblea generale della Conferenza episcopale italiana nel giugno scorso, il card. Bagnasco ha ribadito che per governare l'immigrazione non basta concentrarsi sulle sole esigenze di ordine pubblico. La vera sicurezza nasce dall'integrazione". Tale posizione della Chiesa italiana, ha sottolineato mons. Schettino, nasce dalla "concezione del migrante come persona portatrice di diritti fondamentali inalienabili, concezione collegata direttamente con la fede in Dio Padre di tutti. Le decisioni politiche trovano un limite nel rispetto della dignità delle persone". "È sulla base di queste motivazioni - ha aggiunto ancora il vescovo - che l'eccessiva enfasi posta sul pacchetto sicurezza ha visto perplessa e contrariata la comunità ecclesiale, ai vertici e alla base, specialmente tra le migliaia di operatori pastorali impegnati nel campo dell'immigrazione. È eccessiva la sperequazione tra l'interesse a difenderci da eventuali problemi connessi con l'immigrazione e il dovere di accoglierla".
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