mercoledì 14 maggio 2014
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«Ho chiesto a Renzi più poteri e uomini di qualità. Mi ha detto di sì, e mi ha promesso che lo farà in tempi brevi. Su quali saranno questi poteri siamo ancora in alto mare. Ma sono ottimista». È il bilancio positivo (con quel distinguo) di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione chiamato al capezzale dell’Expo, al termine di una lunga e faticosa giornata. La mattina a Milano col premier, gli incontri all’Expo e col mondo dell’impresa. Poi al lavoro a Roma nella sede dell’authority fino a tardi, «perché sul tema della corruzione non c’è solo Milano...». Con l’intermezzo di un lungo incontro con alcuni parlamentari del M5S della commissione Giustizia. E questo proprio nel giorno in cui Grillo, anche lui a Milano, lo ha attaccato pesantemente accusandolo di non essersi accorto di quello che accadeva all’Expo. «La verità – replica l’ex pm anticamorra – è che Grillo non sa cosa sia l’Autorità anticorruzione. E oltretutto io ho preso servizio il 28 aprile...».E i parlamentari grillini cosa le hanno detto? La appoggiano?Non mi sembra abbiano una linea molto chiara. Comunque mi hanno sempre dato credito nel passato. E penso che lo faranno ancora. Ma ora è campagna elettorale e conta altro...Torniamo a Milano. Come è andata?È andata bene. Le riunioni sono state positive e non c’è stata nessuna controindicazione al fatto che ci possano essere dei controlli esterni.Dunque c’è l’okay a darle più poteri?Questo c’è ma sull’individuazione di questi poteri, lo ripeto, siamo ancora in alto mare. Deve essere il governo a deciderlo. Poi c’è anche la questione degli uomini. Non è una questione di quantità ma di qualità. Servono persone in grado di scoprire i rischi. Non siamo la magistratura, noi dobbiamo operare prima che siano commessi i reati, mettendo in campo tutte le misure preventive possibili. E per ottenere il massimo di trasparenza. Intanto però sono ancora in attesa degli altri quattro membri dell’Autorità. Per ora sono solo...Insomma dottore Cantone lei ci sta...È una sfida da raccogliere. Mi è stata chiesta la disponibilità, io l’ho data. Ora manca l’investitura ufficiale. Però il fatto che il premier mi abbia portato a Milano dimostra la sua volontà. Non ho nessuna ragione per pensare che non sia volontà vera. Anzi non lo penso proprio. Abbiamo viaggiato insieme, ha ascoltato le mie richieste e ha detto di sì.Avanti con l’Expo come dice Renzi? Lei è d’accordo e Grillo l’ha attaccata.Sapevo che potevo essere oggetto di critiche ma la ragione di scendere in campo è proprio per evitare che l’Expo possa diventare uno dei più grandi disastri per l’Italia e non per problemi tecnici o economici ma per la corruzione. Dovremmo essere tutti dalla stessa parte. Altrimenti cosa resterebbe se l’Expo non si facesse? Solo degli scheletri incompiuti. Anche a Roma ci sono scheletri, come le piscine che vedo quando vengo da Giugliano, ma almeno i Mondiali di nuoto sono stati fatti.Corruzione, tangenti, personaggi della tengentopoli del ’92. E tutto uguale?No. Sono convinto che il fenomeno sia diverso. Mi sembra evidentissima la subalternità della politica rispetto ad interessi che usano la politica.E le imprese sono vittime?Direi di no. C’è sempre meno differenza tra corrotti e corruttori. E ci sono sempre più interessi comuni tra faccendieri, pubblici funzionari e imprenditori.Ha visto che anche il governatore lombardo Maroni parla bene di lei. Un leghista. Da napoletano è soddisfatto?Beh, una certa soddisfazione l’ho provata. È la dimostrazione che Napoli non è solo quello che fanno vedere nelle fiction. Ma non mi piace fare campanilismo: io mi sento italiano.
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