martedì 26 agosto 2014
​Concluse le ricerche dei dispersi del peschereccio capovoltosi nella notte fra domenica e lunedì. Le salme dirette ad Augusta. La spiaggia dell'orrore in Libia.
Ultimo naufragio, si aggrava il bilancio: 24 morti
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Si aggrava il bilancio dell'ultimo naufragio di immigrati nel Canale di Sicilia. Sono 24 i cadaveri recuperati dalla Marina militare, che rende noto il numero definitivo a conclusione delle ricerche dei dispersi del peschereccio capovoltosi domenica sera. Inizialmente erano stati ripescati i corpi di sei persone. Con il ritrovamento di altri 18 cadaveri si sono concluse le ricerche condotte dal pattugliatore "Foscari" e della corvetta "Fenice" nel tratto di mare dov'è avvenuta la sciagura. Sono 364 i superstiti tratti in salvo dalle navi della Marina e dalla motovedetta "Fiorillo" della Guardia costiera. Tutte le imbarcazioni con i sopravvissuti e le salme sono dirette ad Augusta (Siracusa), dove arriveranno in giornata. Si tratta del terzo naufragio di migranti in poco più di 48 ore: il primo è avvenuto sabato a largo delle coste libiche con oltre 200 vittime; il secondo nella notte tra sabato e domenica con 18 morti; il terzo, appunto, due notti fa notte, con almeno sei morti. Nelle stesse 48 ore sono stati quasi 4.000 i migranti tratti in salvo dalle navi della Marina militare.Ieri sera, intanto, nel porto di Crotone la nave anfibia "San Giusto" ha ultimato lo sbarco di 1.375 migranti, tra cui 192 donne e 156 minori, e un cadavere: un feto morto è stato ritrovato a bordo della nave. La spiaggia dell'orrore in Libia I corpi senza vita di uomini, donne e bambini su una spiaggia libica che sembra un girone infernale: non sono stati spazzati via da uno Tsunami ma dalla tragica sventura che venerdì ha fatto affondare il barcone che li doveva trasportare verso una nuova vita. Le immagini scioccanti della "spiaggia dell'orrore" lasciano senza parole. Cadaveri sul bagnasciuga, altri a poca distanza dalla riva, altri ancora avvolti nella plastica dai soccorritori. Si tratta di una spiaggia nella zona di al Qarbouli, una cinquantina di chilometri a est di Tripoli. Davanti a quelle coste, venerdì scorso, un barcone con oltre 200 immigrati - 250 secondo i 16 superstiti - ha segnato l'ennesima tragedia nel Mediterraneo. "Abbiamo 'liberatò 100 cadaveri che erano incastrati nel relitto, altri 70 sono stati portati via dalla marea", racconta Abdel Latif Ibrahim, l'ufficiale della Guardia costiera libica incaricato del recupero dei corpi. Intorno a lui, intanto, i soccorritori con una tuta arancione raccolgono i corpi. Tra le vittime sono stati identificati due eritrei e due etiopi. "Non ci sono falle nel relitto. Credo che la barca si sia rovesciata per il sovraccarico: per loro non c'è stato scampo, sono rimasti intrappolati sotto", prosegue l'ufficiale. Tra le vittime almeno cinque i bambini. Altri 15 cadaveri erano stati recuperati al largo tra venerdì e sabato, mentre i sopravvissuti sono 16.  
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