giovedì 9 maggio 2013
​Sono proseguite tutta la notte le ricerche per individuare i due ultimi dispersi dello schianto della nave sul porto. Sette le vittime accertate. Oggi manifestazione cittadina. Il cordoglio delle istituzioni. Il cardinale Bagnasco: «È una tragedia di famiglia». Due indagati per omicidio colposo plurimo.
​​La preghiera del cardinale Bagnasco al santuario di N.S. della Guardia​
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Genova in lutto, oggi, per ricordare le vittime dell'incidente avvenuto martedì sera presso il molo Giano, in porto. Alle 11 le sirene di tutte le imbarcazioni dello scalo hanno suonato all'unisono, mentre in città i negozi hanno abbassato le saracinesche per 15 minuti. In piazza Matteotti, si sono riunite le autorità per la commemorazione della tragedia.​
Il cardinale Angelo Bagnasco ha visitato i feriti ricoverati all'ospedale Galliera. Il cardinale ha parlato con i medici per sincerarsi delle condizioni dei due feriti, di cui uno ancora in gravi condizioni, prima di recarsi nel reparto di degenza breve, dove ha incontrato il militare Raffaele Chiarlone. Una visita durata pochi minuti, ma che è stata molto toccante per entrambi. «L'incidente è una ferita profonda per Genova e per tutti noi, è una "tragedia di famiglia", che ci sconvolge, ma che non ci deve abbattere». Ha detto poi Bagnasco nell'omelia al Santuario della Guardia in occasione della giornata di santificazione sacerdotale. «Preghiamo - ha detto ancora durante la celebrazione - perché il colpo subito dalla nostra città serva per far riscattare Genova e auguriamoci che che ci sia un risveglio da parte di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità». Proseguono intanto le ricerche dei due dispersi. Al lavoro per recuperare Francesco Cetrola e Giovanni Iacoviello ci sono i sommozzatori dei Vigili del Fuoco, dei Carabineri, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera e della Marina Militare. È in azione anche un 'ragno', un mezzo meccanico utilizzato per spostare le macerie e agevolare le ricerche sott'acqua. L'ipotesi più accreditata è infatti che, al momento del crollo, i due dispersi si trovassero nella parte apicale della torre, composta da grandi lastre di vetro, sede della centrale operativa della Guardia Costiera e centro di monitoraggio del traffico navale. Le operazioni sono quindi particolarmente complesse perchè è necessario rimuovere i detriti e tutti gli arredi che si trovavano all'interno della struttura per poter accedere all'interno. Il bilancio, quindi, al momento, rimane quello di sette corpi recuperati, due dispersi e quattro feriti ricoverati in ospedale. Il presidente del Consiglio Enrico Letta, ieri in visita alla città, l'ha definita una "tragedia immane". "Provo sgomento e dolore", ha aggiunto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Dalla tragedia -aveva sottolineato subito l'arcivescovo Bagnasco - deve uscire una coscienza nuova da parte di tutti".Il prezzo più alto lo paga la Guardia Costiera: nel crollo della torre sono morti il capo di Prima Marco Di Candussio e i sottocapi Daniele Fratantonio, Davide Morella e Giuseppe Tusa mentre il maresciallo Francesco Cetrola e il sergente Gianni Jacoviello sono ancora là sotto, ufficialmente dispersi. Le altre tre vittime sono il pilota Michele Robazza, il telefonista della compagnia dei piloti Maurizio Potenza e il 'torrettista' dei Rimorchiatori riuniti Sergio Basso.Il perché sia accaduto ciò saranno le inchieste ad accertarlo: quella penale aperta dal procuratore Michele Di Lecce e dal sostituto Walter Cotugno per omicidio colposo plurimo e quell'amministrativa annunciata dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Al momento nel registro degli indagati sono stati iscritti sia il comandante della Jolly Nero, Roberto Paoloni, sia il pilota Antonio Anfossi. "Ma il numero - dice il procuratore - potrebbe aumentare. Stiamo infatti valutando di inserire tra i reati anche l'attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi; c'è inoltre da verificare la correttezza della manovra o se c'è stato un problema tecnico che ha determinato l'incidente". "Siamo a totale disposizione dell'autorità giudiziaria" dicono dalla Compagnia sottolineando che in ogni caso si è trattato di una "manovra assistita e usuale di uscita dal porto".Le risposte arriveranno dall'analisi della scatola nera della nave, già recuperata, che sarà aperta nei prossimi giorni. Solo con i dati registrati dalle apparecchiature di bordo, infatti, sarà possibile stabilire con certezza l'intera sequenza degli ordini a bordo della Jolly, capire se e quando si è verificata un'avaria, scoprire se c'è stato un errore di valutazione o un eccesso di velocità di chi in quel momento era al comando della nave.L'ipotesi del guasto è avvalorata dalla testimonianza del pilota della Jolly Nero, Antonio Anfossi (indagato insieme al comandante per omicidio colposo plurimo), raccolta da alcuni giornali, "la nave non rispondeva più ai comandi, era fuori controllo. Abbiamo provato a fermarci ma è stato tutto inutile - ha detto -. Siamo andati a schiantarci contro la torre di controllo ed è stata la fine. Non mi sento in colpa. Adesso per me è il momento delle lacrime. Piango per i piloti e militari scomparsi, ma al contempo voglio capire cosa è accaduto, come questo disastro si sia potuto verificare". Certo è che o si è trattato di un errore umano o di un problema tecnico: al momento altre ipotesi non vengono prese in considerazione. Le prime ricostruzioni della dinamica parlano infatti di una manovra che è stata compiuta nella maniera corretta, almeno fino a pochi secondi prima dell'impatto, quando dal rimorchiatore di poppa arriva l'allarme: "Non c'è più acqua, che fate?", urlano gli operatori alla radio. E dalla nave rispondono gridando: "Non ho la macchina", che significa non riuscire a mettere motori avanti. Che si sia trattatoprobabilmente di un'avaria lo ipotizza anche l'informativa del ministro Lupi alla Camera. "Non siamo ancora in grado di definire le cause dell'incidente - ha detto - tra quelle ipotizzabili ci sono un'avaria al sistema di propulsione della nave, difetti di accosto o velocità della manovra".Il ministro ha poi ricordato che dal 2008 sono stati attivati investimenti per 500 milioni per la sicurezza nei porti e che da quella data non ci sono più stati incidenti.In attesa di capire meglio quanto accaduto, le uniche polemiche sono quelle esplose per la decisione della Lega di far giocare comunque l'incontro Sampdoria-Catania nonostante la stessa società blucerchiata e Genova tutta chiedessero a gran voce di fermare il pallone quando ci sono ancora da recuperare i morti. Là sotto, infatti, ci sono ancora due ragazzi, uno dei quali il 13 gennaio dell'anno scorso, era in prima linea nei soccorsi ai naufraghi della Concordia. ​​​
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