venerdì 4 marzo 2022
Il Comitato anti cosche dell’area nord del capoluogo: «Con le dovute e immense proporzioni, anche qui è in atto una guerra che necessita di risposte»
Carabinieri al quartiere Ponticelli di Napoli

Carabinieri al quartiere Ponticelli di Napoli - Fotogramma

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Si è sparato senza interruzione in provincia di Napoli negli ultimi due giorni. Quattro i fatti di sangue fra la serata di mercoledì e il pomeriggio di ieri: due omicidi – il primo mercoledì sera a Casoria, il secondo ieri a Boscotrecase – e due "stese" (le scorribande armate che i clan rivolgono contro le abitazioni dei propri rivali) a Frattaminore e a Frattamaggiore.

L’uomo ammazzato ieri a Boscotrecase è Gaetano Ariosto, 49 anni, pregiudicato originario della periferia orientale di Napoli. È ritenuto legato al clan Luongo-D’Amico, che da anni è impegnato in una faida contro il clan Rinaldi per il controllo degli affari illeciti nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. L’agguato è avvenuto alle 15,30, in una via del centro di Boscotrecase. L’episodio potrebbe rientrare proprio nella guerra che vede contrapposti i due gruppi criminali della periferia orientale di Napoli, sconvolta nell’ultimo anno da un’altra guerra di camorra fra altri due clan del territorio, combattuta a suon di omicidi e bombe.

L’altro fronte caldo è l’area a nord di Napoli, dove nella serata di mercoledì sono avvenuti, uno dopo l’altro, l’omicidio di Casoria e le stese di Frattaminore e Frattamaggiore. La vittima dell’agguato è Vincenzo Cerqua, 35 anni, con precedenti per spaccio di droga. I killer lo hanno raggiunto mentre era in strada, a bordo della sua auto. Il suo omicidio sarebbe stato ordinato dal clan Moccia. Cerqua gestiva una piazza di spaccio a Casoria, per la quale era costretto a pagare 500 euro al mese a due nuovi referenti dei Moccia. Di fronte al suo iniziale rifiuto fu pestato a sangue (gli fu perfino staccato il lobo di un orecchio). Fu picchiata anche la moglie, che denunciò tutto ai carabinieri, compresa l’attività di spaccio del marito. In quell’occasione la donna consegnò all’Arma un video che riproduceva l’aggressione subita dal marito.

Le stese avvenute mercoledì sera a Frattamaggiore e Frattaminore rientrano invece nella faida fra il clan Cristiano-Mormile e il clan 167, che da settimane si fronteggiano a colpi di bombe e stese che terrorizzano la popolazione dei due comuni. A serata inoltrata, otto persone a bordo di quattro moto di grossa cilindrata hanno esploso decine di colpi in piazza Crispi a Frattaminore, in pieno centro. Qui abitano alcuni esponenti dei Cristiano-Mormile.

Poco dopo è arrivata la risposta dei rivali in via Rossini a Frattamaggiore, dove risiedono alcuni affiliati al clan rivale. «Anche qui, nelle nostre città (con le dovute e immense proporzioni) – si legge in un post della pagina Facebook del Comitato di liberazione dalla camorra - area nord di Napoli, fondato dal parroco del Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, e dal senatore Sandro Ruotolo – è in atto una guerra, pericolosa, strisciante, che necessita, da parte della società civile, di risposte immediate che portino a riappropriarsi dei territori sottraendoli alla violenza e alla sopraffazione dei criminali».

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