giovedì 2 ottobre 2014
Il governo ha posto la fiducia e l'ha ottenuta. Martedì mattina il testo sarà approvato. Tensione tra i club calcistici che dovranno contribuire alle spese straordinarie per l'ordine pubblico.
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È arrivato il primo sì al Decreto legge sugli stadi, che prevede il contributo dei club calcistici ai costi degli straordinari per la sicurezza. Il governo ha posto la fiducia alla Camera e il provvedimento ha ottenuto il via libera con 323 sì, 168 no e 9 astenuti. L'approvazione definitiva del testo arriverà invece martedì mattina, dopo l'esame degli ordini del giorno. Resta alto intanto l'allarme del mondo del calcio, anche se il presidente del Palermo Zamparini allontana l'ipotesi di una serrata: ma domani la Lega di A convocherà un'assemblea straordinaria per il 10 ottobre, unico argomento in discussione proprio la nuova 'tassà sulla sicurezza.  L'affondo, ieri, del premier Renzi ha avuto intanto il suo effetto e così, una volta convertito il legge (entro il 21 ottobre), il provvedimento ridisegnerà il sistema. Attualmente il testo prevede un prelievo tra l'1 e il 3% degli introiti da biglietteria: il principio non piace assolutamente al calcio, ma soprattutto se fosse limitato a serie A e B si tratterebbe di un cifra nell'ordine dei 6-8 milioni. Resta però la preoccupazione da allarme rosso da parte dei club, per una formula più severa che in teoria potrebbe ancora essere introdotta nel corso della discussione parlamentare: per i 25 milioni di straordinari attualmente pagati alle forze dell'ordine Renzi vorrebbe incidere direttamente sul fatturato (e si tratterebbe dell'1%). È l'ipotesi che il calcio vuole scongiurare a tutti i costi: le prime reazioni di tanti dirigenti sono state per la serrata, in effetti inutile. "È prematuro parlarne", ha detto oggi il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio. Si cerca piuttosto un fronte comune per arrivare a un confronto col governo: il presidente federale a breve potrebbe incontrare Malagò, che ha già espresso il dissenso del Coni alla linea del governo.  "Ovviamente le società non possono essere contente", dice invece Tavecchio ricordando che le società di calcio già si sono fatte carico di notevoli sforzi economici per contribuire alla sicurezza, "hanno già fatto i tornelli, hanno sistemato gli stadi, hanno messo gli steward". Meno diplomatici il presidente della Lega di B, Andrea Abodi, e il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, a cui proprio non va giù il prelievo forzoso: il primo la bolla come 'demagogia insostenibile", il secondo come una stupidata enorme". "Far pagare ai club i costi degli straordinari delle forze di polizia per la sicurezza negli stadi è una cosa inaccettabile per un sistema che paga un miliardo di tasse", spiega Abodi. Zamparini è ancora più diretto e dice che "se ne potrà discutere se lui (Renzi, ndr) e i politici si pagheranno le scorte. Ma io non sciopero, non l'ho mai fatto in vita mia. Non ci sarà nessuna serrata del calcio", chiarisce. Di tutt'altro tenore i commenti dei sindacati di Polizia, che ricordano come "per garantire la sicurezza in ogni singola giornata di campionato vengono impiegati migliaia di poliziotti e carabinieri, con un impegno particolarmente gravoso da parte dello Stato e che assorbe notevoli risorse". "Le società sportive, del resto - aggiungono Siap e Anfp - traggono lauti profitti dal regolare svolgimento delle partite. Riteniamo quindi equo che il 3% degli introiti derivanti dalla vendita dei titoli di accesso sia destinato a contribuire alle spese per la sicurezza negli stadi". Un'equazione che non convince tutti se è vero, sottolineano gli stessi sindacati, che se non ci sarà una norma ad hoc il contributo dei club finirà infatti nel 'Fondo riassegnazioni' gestito dal Tesoro e non al Dipartimento di Pubblica sicurezza. Il Fondo prevede la ridistribuzione degli introiti solo entro un determinato tetto, che il ministero dell'Interno ha però già superato. Il rischio quindi è che i contributi in eccesso restano nel Fondo e vanno a finanziare altri bilanci. L'approvazione del testo arriverà martedì dopo l'esame degli ordini del giorno. Passerà quindi all'esame del Senato per essere convertito in legge: sarà lì che i club cercheranno di evitare la stangata, sottolineando come il calcio sia contribuente fedele e sostanzioso, alle prese con la crisi.
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