giovedì 26 febbraio 2015
Annunciata per venerdì, la riforma va ai tempi supplementari. Il ministro: nessuno slittamento, siamo nei tempi. Il testo pronto per il 3 marzo.
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​Slitta a martedì 3 marzo il varo del decreto sulla buona scuola. L’annuncio ieri mattina a margine di una manifestazione sull’innovazione promossa dall’Associazione nazionale presidi (Anp) dal sottosegretario Davide Faraone, confermato poco dopo dallo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che però precisa: «Non c’è stato nessuno slittamento perchè la data non era stata fissata» per la riunione del consiglio dei ministri, anche se del 27 febbraio aveva parlato niente meno che il presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione della manifestazione sulla buona scuola promossa dal Pd proprio domenica scorsa.Ma, anche se il Cdm slitta a martedì, la scuola (come Rai, ambiente e fisco) sarà comunque al centro di una serie di incontri dei parlamentari del Partito Democratico convocati nella sede nazionale. Forse l’ultima occasione per limare il testo del provvedimento che tutto il mondo della scuola (e non solo) attende. Su come ci si sta muovendo ha parlato il ministro Giannini durante la sua audizione in commissione Cultura del Senato. Occasione per fare l’elenco degli obiettivi. «Al primo punto c’è il piano assunzionale straordinario attraverso il quale poter potenziare l’offerta formativa e quindi garantire il miglioramento del curriculm dello studente». Ma l’assunzione non ci sarà, avverte il ministro, per «docenti che non hanno insegnato negli ultimi anni», perché «si terrà conto del fabbisogno e delle competenze fondamentali che devono essere rinforzate». Tra gli altri punti l’alternanza scuola-lavoro («stanziati 100 milioni»), e la lotta alla dispersione scolastica («vogliamo una scuola inclusiva»). Il ministro ha parlato al Senato, dopo aver avuto un analogo incontro alla Camera. E proprio da Montecitorio i parlamentari Simonetta Rubinato (Pd) e Gian Luigi Gigli (Per l’Italia-Cd) in una dichiarazione congiunta hanno ribadito che «la libertà di insegnamento e di scelta educativa, oggetto di precise risoluzioni dell’Unione Europea e alla base di quel pluralismo che è necessario anche alla scuola statale per migliorare la qualità delle prestazioni, devono trovare spazio nel piano del governo attraverso impegni precisi e concreti che tengano conto delle specificità già esistenti».Il mancato appuntamento di domani, secondo Francesco Scrima, segretario generale della Cisl-scuola, è il segno che «la partita da affrontare è complessa e non può essere affrontata in termini di annunci. I provvedimenti che si aspettano sono importanti e significativi per la scuola e quindi bisogna affrontarli con cognizione di causa, al fine di evitare che le proposte e gli interventi che si fanno non servano a evitare problemi, ma a crearne altri». E di applicazione «intelligente e senza creare discriminazioni tra lavoratori» parla anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in merito all’annunciata assunzione dei precari. Attese, speranze e timori dovranno dunque attendere ancora qualche giorno prima di verificare se saranno confermati o smentiti.
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